giovedì 14 Agosto 2025
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Vignanello in lutto: Funerale per Marcello e Maria Vittoria

La comunità di Vignanello, un piccolo gioiello incastonato nel cuore della Tuscia, si è stretta oggi in un lutto profondo.

La chiesa Collegiata, solitamente teatro di celebrazioni e serenità, ha ospitato i funerali di Marcello Montanaro e Maria Vittoria Rita, due figure amate che hanno lasciato un vuoto incolmabile.
La loro scomparsa, tragicamente avvenuta il 9 agosto in un incidente stradale sulla strada che collega Vignanello e Vasanello, ha scosso la regione intera, lasciando dietro di sé un’onda di dolore e incredulità.

Il dramma si è intensificato con le condizioni della figlia, Aurora, 24 anni, che, miracolosamente sopravvissuta, ha trascorso settimane al Policlinico Gemelli di Roma, curando ferite fisiche e emotive.
La sua presenza, debole ma determinata, alla cerimonia funebre ha rappresentato un monito sulla precarietà dell’esistenza e sulla forza insita nella resilienza umana.
Accanto a lei, il fratello Christian, appena ventunenne, si è dovuto confrontare con un dolore che avrebbe dovuto essere scongiurato, un peso insopportabile per un giovane uomo.
L’affluenza alla funzione religiosa è stata straordinaria, un fiume di persone unite nel cordoglio, un’espressione tangibile del profondo legame che la comunità nutriva per i defunti.

Tra i presenti, figure istituzionali come gli assessori Patrizia Notaristefano e Stefano Floris, testimoni della loro integrazione nella vita pubblica e sociale del Comune di Viterbo.
L’omelia di don Francesco Rossi De Gasperis ha cercato di offrire conforto e prospettiva in un momento di disperazione.
Più che un semplice rito, è stata una riflessione sulla fragilità della condizione umana, sulla difficoltà del linguaggio di fronte all’indicibile.

“Davanti a una perdita così devastante,” ha affermato il sacerdote, “le parole si rivelano inadeguate, quasi vuote.
Ci troviamo di fronte al limite della nostra capacità di esprimere il dolore, la rabbia, l’incomprensione.

” Ha poi aggiunto, con un tono di profonda umanità, che il coraggio non risiede nell’eliminare il dolore, ma nell’affrontarlo, nel permettere a se stessi di sentirlo e di elaborarlo.

L’omelia ha poi intrapreso una riflessione teologica, evocando la parabola del granello di senape, un simbolo di speranza che nasce dalla piccolezza, dalla fragilità.

“Anche se le nostre parole vacillano come una candela al vento,” ha concluso don Francesco, “la fede, anche la più piccola, può dare origine a un albero di speranza, capace di offrire riparo e conforto in un mondo spesso segnato dalla sofferenza.

“Nel piccolo cimitero di Vignanello, dopo la cerimonia, Aurora ha trovato un momento di raccoglimento, per un ultimo, silenzioso addio.

La sua presenza, segnata dalla sofferenza ma animata dalla forza di chi ha visto la vita da vicino, ha lasciato un segno indelebile nella memoria di tutti i presenti, un promemoria della resilienza dello spirito umano e della necessità di aggrapparsi alla speranza, anche nei momenti più oscuri.
La comunità, nel lutto, si stringe ad Aurora e Christian, offrendo loro sostegno e solidarietà, consapevoli che il cammino verso la guarigione sarà lungo e difficile, ma non impossibile.

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