Il sistema sanitario regionale del Lazio sta affrontando un’emergenza sanitaria legata alla recrudescenza del virus del West Nile.
Un’ondata di nuove infezioni, confermate dalle analisi del laboratorio di virologia dell’Istituto nazionale per le malattie infettive Lazzaro Spallanzani, ha portato il numero complessivo di casi positivi nel 2025 a 21, con un bilancio doloroso che include un decesso.
Tutti i casi identificati finora sono concentrati nella provincia di Latina e nei comuni limitrofi, delineando un focolaio particolarmente intenso.
La malattia, trasmessa principalmente attraverso la puntura di zanzare infette appartenenti al genere *Culex*, rappresenta una sfida complessa per la sanità pubblica.
Il virus, originario dell’Africa e dell’Asia, ha ampliato la sua presenza geografica nel corso dei decenni, colonizzando anche l’Europa e, in particolare, l’Italia.
La sua capacità di adattamento e la persistenza nei cicli evolutivi di diverse specie di uccelli, che fungono da serbatoi naturali, ne facilitano la diffusione.
La gravità della situazione è accentuata da diversi fattori.
L’aumento delle temperature medie, un effetto tangibile dei cambiamenti climatici, favorisce la proliferazione delle zanzare e ne allunga il periodo di attività, aumentando esponenzialmente il rischio di trasmissione del virus.
Le condizioni ambientali, caratterizzate da un’alternanza di piogge intense e periodi di siccità, creano habitat ideali per la riproduzione delle zanzare, aumentando il numero di vettori potenzialmente infetti.
Mentre la maggior parte delle infezioni da West Nile Virus risulta asintomatica o si manifesta con sintomi lievi, come febbre, mal di testa e dolori muscolari, una percentuale minore di pazienti sviluppa una forma neurologica grave, caratterizzata da encefalite o meningite, che può portare a disabilità permanenti o, in rari casi, al decesso.
La paziente deceduta a Fondi rientra purtroppo in quest’ultima categoria, sottolineando la potenziale pericolosità del virus.
Le autorità sanitarie regionali stanno implementando misure di controllo e prevenzione, tra cui la sorveglianza epidemiologica, la disinfezione delle aree a rischio e la sensibilizzazione della popolazione sull’importanza di adottare comportamenti protettivi, come l’utilizzo di repellenti per insetti, l’installazione di zanzariere e l’eliminazione di ristagni d’acqua dove le zanzare possono deporre le uova.
L’attenzione è focalizzata anche sulla gestione delle acque reflue e sulla collaborazione con i comuni per ridurre i siti di riproduzione delle zanzare.
La comprensione approfondita della dinamica ecologica del virus, combinata con interventi mirati e una maggiore consapevolezza pubblica, rappresentano elementi cruciali per contenere l’epidemia e proteggere la salute della comunità.
Il monitoraggio continuo delle condizioni ambientali e la ricerca di nuove strategie di controllo dei vettori rimangono priorità assolute.