Il decesso di un ottantenne residente ad Aprilia, avvenuto nella terapia intensiva dell’ospedale Santa Maria Goretti di Latina, segnala un ulteriore, tragico capitolo nell’emergenza sanitaria legata al virus del West Nile nel Lazio.
La notizia, comunicata dalla Regione, sottolinea la persistenza e la pericolosità del virus, particolarmente insidioso per le persone anziane e con comorbidità preesistenti.
Il West Nile virus, trasmesso principalmente attraverso la puntura di zanzare infette appartenenti al genere *Culex*, rappresenta una sfida complessa per la sanità pubblica.
Il ciclo di trasmissione, intricato e influenzato da fattori ambientali e climatici, vede il virus propagarsi tra uccelli selvatici, serbatoio naturale, e raggiungere l’uomo in modo opportunistico.
L’età avanzata del paziente defunto, unitamente alla presenza di altre patologie concomitanti – la cui natura specifica non è stata divulgata – ha probabilmente contribuito alla gravità dell’evoluzione clinica, nonostante le cure intensive prestate.
Il decesso lamentato si inserisce in un quadro allarmante: è l’ottavo caso di mortalità legato al West Nile nel Lazio dall’inizio dell’emergenza.
Questo dato, seppur non immediatamente interpretabile in termini di rischio assoluto per la popolazione, evidenzia la necessità di una vigilanza costante e di interventi mirati per contenere la diffusione del virus.
La comprensione della patogenesi del West Nile è cruciale per affrontare efficacemente l’emergenza.
Dopo l’inoculo tramite la puntura di zanzara, il virus si replica inizialmente nei linfonodi e nel sangue, per poi diffondersi ad altri organi, in particolare al sistema nervoso centrale.
In una percentuale di casi, l’infezione si manifesta in modo asintomatico, mentre in altri si sviluppano sintomi simil-influenzali.
Nei casi più gravi, il virus può causare meningite, encefalite e paralisi.
La prognosi in questi casi è spesso riservata.
La risposta alla diffusione del West Nile richiede un approccio multidisciplinare, che coinvolga il monitoraggio epidemiologico, la sorveglianza entomologica, la gestione delle risorse idriche per ridurre i siti di riproduzione delle zanzare, la sensibilizzazione della popolazione e, ove necessario, interventi di disinfezione.
La Regione Lazio sta presumibilmente adottando misure di controllo, ma la collaborazione attiva della comunità è essenziale per minimizzare il rischio di ulteriori contagi.
La prevenzione, attraverso l’uso di repellenti, l’eliminazione di ristagni d’acqua e l’installazione di zanzariere, rimane la strategia più efficace per proteggersi da questa malattia virale insidiosa.