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lunedì 3 Novembre 2025

*Apokàlypsis*: Oratorio sull’Apocalisse a Roma

L’Istituzione Universitaria dei Concerti presenta, il 1° novembre alle ore 18:30 nell’Aula Magna della Sapienza, *Apokàlypsis*: un Oratorio in sette quadri e due parti, arricchito da un prologo e un epilogo, concepito e musicato da Marcello Panni.

L’opera ambisce a trasfigurare in suono il libro dell’Apocalisse di Giovanni, uno dei testi più enigmatici e simbolicamente densi del Nuovo Testamento, un vertigine di visioni profetiche e allegorie cosmiche.

L’esecuzione, diretta dallo stesso Panni, sarà preceduta da un’introduzione a cura del Cardinale Gianfranco Ravasi, eminente esegeta e studioso delle Sacre Scritture, che offrirà chiavi interpretative per comprendere la complessità del testo.
L’Oratorio si avvale della potenza espressiva di un ampio apparato corale e strumentale: il Coro di Voci Bianche dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, sotto la guida di Claudia Morelli, il Coro Goffredo Petrassi diretto da Stefano Cucci, la Banda Nazionale dell’Esercito Italiano con Filippo Cangiamila, e le voci recitanti di Francesco Siciliano e Sylvia Milton. La partitura, orchestrata per 31 strumenti a fiato e quattro percussionisti, mira a evocare un senso di sacralità primordiale, impiegando un linguaggio armonico dissonante e stratificato, capace di suggerire le vibrazioni estatiche e terrificanti descritte nel testo biblico.

La selezione dei brani, operata con il contributo del Cardinale Ravasi, si concentra sui passaggi più significativi dell’Apocalisse, estrapolandoli dal contesto per conferire loro una risonanza universale.

Panni sottolinea come l’Apocalisse di Giovanni sia intrinsecamente legata alla dimensione musicale: le sette trombe risuonano con potenza, le arpe intessono melodie celestiali, i cori angelici e degli Anziani si fondono in un’unica voce di lode, mentre i rumori della tempesta, i tuoni e le fiamme si manifestano come elementi sonori potenti e terrificanti.
Il compositore, in linea con questa visione, ha elevato il numero sette a principio strutturale e ritmico, richiamando la simbologia numerica che permea l’universo apocalittico: le sette note della scala musicale, i sette cieli cosmici, le sette chiese a cui Giovanni indirizza il suo messaggio.
La sfida compositiva più ardua, confessa Panni, è stata quella di individuare un linguaggio musicale adeguato alla complessità del testo.

Rinunciando a soluzioni moderniste e tecnologiche, che avrebbero potuto svilire la sacralità del soggetto, il compositore ha optato per un approccio austero e suggestivo, che evochi la solennità di un rito sciamanico, la profonda spiritualità di una cerimonia ancestrale, l’eco lontana di tradizioni popolari.
*Apokàlypsis* non è un semplice concerto, ma una ricerca sonora volta a sondare le profondità dell’animo umano, a risvegliare la memoria di un’esperienza religiosa primordiale, a suggerire l’esistenza di un ordine cosmico misterioso e inafferrabile.

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