Roma si appresta ad accogliere un evento di eccezionale rilevanza per il panorama culturale italiano: un’esposizione che svela, in forma inedita, il processo creativo di due giganti della letteratura rinascimentale, Ludovico Ariosto e Torquato Tasso.
L’iniziativa, nata da una collaborazione prestigiosa tra l’Accademia Nazionale dei Lincei e l’Università di Roma La Sapienza, culmina nel temporaneo trasferimento a Roma di due manoscritti autografi custoditi con cura nella Biblioteca Ariostea di Ferrara, un tesoro storico e artistico che rappresenta l’identità stessa della città estense.
L’esposizione, dal titolo evocativo “Come nascono i classici.
Gli autografi della letteratura italiana”, che si svolgerà nella suggestiva cornice della Villa Farnesina dal 26 gennaio al 25 aprile, offrirà al pubblico un’immersione unica nel mondo interiore di Ariosto, autore dell’epica cavalleresca *Orlando furioso*, e di Tasso, creatore del poema cavalleresco *Gerusalemme liberata*.
Non si tratta semplicemente di ammirare due opere complete, ma di seguire il percorso tortuoso della loro genesi, di osservare le cancellature, le aggiunte, le varianti che hanno plasmato i testi che conosciamo.
Il manoscritto di *Orlando furioso*, risalente al XVI secolo e oggetto di un accurato restauro nel 2017, è stimato in 750.000 euro e rivela la straordinaria capacità di Ariosto di revisionare e perfezionare la sua opera, testimoniando un’attenzione maniacale per l’armonia e la fluidità del racconto.
La *Gerusalemme liberata* di Tasso, anch’essa del XVI secolo e altrettanto preziosa, offre uno sguardo inedito sulle angosce e le passioni che animarono il poeta, manifestandosi nelle sue correzioni e annotazioni, specchio di una mente tormentata e geniale.
Il valore stimato di quest’ultimo manoscritto si attesta a 380.000 euro.
Questa mostra, più che un semplice trasferimento di beni culturali, rappresenta un’opportunità imperdibile per valorizzare il patrimonio storico-letterario di Ferrara, una città che, nel corso dei secoli, ha saputo coltivare e proteggere la sua identità culturale.
Quest’anno, la città celebra i trent’anni dal prestigioso riconoscimento UNESCO, un ulteriore motivo di orgoglio e di riflessione sul ruolo cruciale del patrimonio culturale nella costruzione dell’identità collettiva.
Il parere favorevole espresso dalla Soprintendenza Archivistica e Bibliografica per l’Emilia-Romagna, lo scorso novembre, sottolinea l’importanza strategica dell’iniziativa e il suo impatto positivo sulla promozione del patrimonio culturale italiano a livello nazionale e internazionale.
La mostra si configura dunque come un ponte tra due città, Roma e Ferrara, e tra due epoche, il Rinascimento e il presente, in un omaggio vibrante alla grandezza della letteratura italiana.






