Un ponte di colori e parole: L’Arte non ha sbarre, un’esperienza trasformativa tra istituto penale e cittàIn un contesto urbano spesso segnato da disuguaglianze e marginalità, si apre un’iniziativa innovativa e profondamente umana: “L’Arte non ha sbarre”. Promossa dall’associazione giovanile omonima, guidata da Oriana Rizzuto e nata da un’idea di Giuseppe Casa, con la preziosa collaborazione di MArteSocial, il progetto si configura come un vero e proprio percorso di riscatto sociale e culturale per i giovani detenuti dell’Istituto Penale romano. Il supporto del Garante per i detenuti del Lazio e l’Istituto Penitenziario Minorile di Casal Del Marmo testimoniano l’importanza riconosciuta a questa iniziativa.L’approccio pedagogico scelto non si limita alla trasmissione di tecniche artistiche; mira a un’evoluzione personale e ad un riavvicinamento al tessuto sociale. I laboratori settimanali, condotti da artisti di spicco della scena street art romana – Solo, Diamond, Moby Dick, con il contributo specialistico di Moreno Giaconi – offrono un’immersione pratica nel disegno, nello stencil, nel tagging e nella serigrafia. Questi maestri, selezionati per il loro impegno civile e la loro sensibilità artistica, non sono semplici insegnanti, ma figure di riferimento, capaci di ispirare e motivare i giovani partecipanti.Ma “L’Arte non ha sbarre” va oltre i confini dell’istituto penale. Un elemento chiave del progetto sono le visite guidate a quartieri periferici come Tor Marancia, Corviale, San Basilio, Settecamini, Pigneto e Quadraro, veri e propri laboratori di creatività urbana. Queste esplorazioni, arricchite da un’app multilingua che offre approfondimenti storici e culturali, un podcast dedicato agli artisti locali e QR code creati con i giovani detenuti, offrono una prospettiva inedita sulla città, svelandone le storie nascoste e le identità uniche. L’app, con i suoi contenuti interattivi e multilingue, si presenta come uno strumento inclusivo, capace di coinvolgere un pubblico eterogeneo, da turisti a residenti.Oriana Rizzuto, curatrice del progetto, sottolinea con passione il significato profondo di questa iniziativa: “È un traguardo che ci riempie di orgoglio, ma anche una sfida impegnativa. Possiamo finalmente offrire ai ragazzi e alle ragazze dell’istituto minorile un’esperienza artistica che coniughi apprendimento e leggerezza, in un momento dell’anno particolarmente difficile”. La possibilità di condividere le opere create dai giovani detenuti durante le visite guidate rappresenta un atto di coraggio e un invito aperto al dialogo tra il mondo interno e quello esterno.”L’Arte non ha sbarre” si inserisce in un più ampio disegno di valorizzazione del territorio e di promozione dell’inclusione sociale. Attraverso il dialogo tra arte tradizionale e contemporanea, il progetto mira a creare un ponte tra le diverse realtà della città, offrendo ai giovani detenuti l’opportunità di esprimere la propria creatività, acquisire competenze utili per il futuro e ricostruire un legame positivo con la comunità. L’iniziativa, sostenuta da Roma Capitale e finanziata dall’Unione Europea Next Generation EU, si prefigge di dimostrare come l’arte possa rappresentare uno strumento potente di libertà, speranza e rinascita, anche nei contesti più complessi, e di sottolineare l’importanza imprescindibile della dimensione culturale come motore di cambiamento sociale e di sviluppo urbano sostenibile. Il progetto ambisce a lasciare un’eredità duratura, contribuendo a creare una città più giusta, inclusiva e culturalmente ricca.
Arte oltre le sbarre: un progetto di rinascita a Roma
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