Echi Sommersi: I Bronzi del Ponte di Valentiniano e la Memoria di RomaIl Museo Nazionale Romano offre al pubblico una rara opportunità di immersione nella storia e nell’arte romana con “Echi Sommersi: I Bronzi del Ponte di Valentiniano,” una mostra curata da Federica Rinaldi e Agnese Pergola che svela un gruppo eccezionale di sculture in bronzo, originariamente destinate alla decorazione del Ponte Sisto.
Queste opere, lungamente dimenticate e conservate nei depositi museali dopo la loro riscoperta accidentale nel 1878 durante i lavori di sistemazione delle sponde del Tevere, sono state oggetto di un’approfondita campagna di restauro e studio che ne ha permesso una nuova e completa contestualizzazione storica e artistica.
La mostra non è semplicemente un’esposizione di reperti, ma un progetto volto a illuminare un capitolo significativo della storia monumentale di Roma, spesso marginalizzato nelle narrazioni più comuni.
Rappresenta un tassello cruciale per la ricostruzione della topografia urbana dell’epoca, offrendo uno sguardo inedito sulla grandiosità delle opere pubbliche e sul mecenatismo imperiale sotto Valentiniano I e Valente.
L’iniziativa si inserisce in una più ampia strategia del Museo Nazionale Romano, finalizzata a rendere fruibili al pubblico le ricchezze custodite nei depositi, un’operazione resa ancora più significativa in concomitanza con prestigiose collaborazioni come la mostra “La Grecia a Roma” ai Musei Capitolini, che vede l’esposizione di capolavori greci provenienti dal Museo Nazionale Romano, la Niobide e la Peplophoros, autentici simboli dell’arte ellenica del IV secolo a.
C.
L’allestimento, attentamente studiato, valorizza tre opere emblematiche: una raffinata testa maschile adornata da una diadea, una solenne statua di figura togata, ricoperta di doratura, e un’ala destra di Vittoria, espressione di dinamismo e trionfo.
L’esperienza espositiva è arricchita da un video narrato da Silvia Orlandi, esperta di epigrafia latina della Sapienza Università di Roma, che introduce alla comprensione della monumentale iscrizione dedicatoria marmorea, commissionata da Valentiniano e Valente, e dell’iscrizione in travertino che un tempo abbelliva la facciata del ponte, pensata per essere visibile e comprensibile ai naviganti del Tevere, un messaggio di potere e di celebrazione imperiale.
L’iscrizione originale, giunta fino a noi in maniera frammentaria, è conservata nel Chiostro di Michelangelo alle Terme di Diocleziano, un ulteriore richiamo alla complessità e alla stratificazione storica di Roma.
Il progetto “Echi Sommersi” si consolida con la pubblicazione di un volume scientifico, in preparazione presso la casa editrice Quasar, che analizzerà in modo approfondito il contesto della scoperta, la simbologia iconografica delle opere, la ricostruzione dei luoghi di provenienza, le tecniche di restauro applicate e la storia di questo eccezionale nucleo scultoreo, offrendo una visione d’insieme che ne restituisce la piena rilevanza storica e artistica.
La mostra e la pubblicazione rappresentano un contributo fondamentale per la comprensione del patrimonio romano e per la valorizzazione di un tesoro nascosto, testimonianza tangibile della potenza e della creatività dell’Impero Romano.






