Un appello urgente al Ministero della Cultura e alle istituzioni preposte sollecita un riconoscimento formale della Casa Studio di Luigi Serafini come bene culturale di rilevante interesse nazionale.
Questa richiesta, sostenuta da una petizione online che ha raccolto migliaia di adesioni, mira a salvaguardare un ecosistema artistico unico, situato nel cuore di Roma, a breve distanza dal Pantheon, e a garantirne la fruizione per le generazioni future.
La Casa Studio non è semplicemente un’abitazione; è la materializzazione tangibile di una mente creativa straordinaria, un laboratorio dove pittura, scultura, architettura e design si fondono in un’esperienza immersiva senza pari.
Come descritto durante l’apertura al pubblico, organizzata da Open House Roma, il luogo accoglie il visitatore in un universo onirico, un teatro della mente in continua evoluzione, un organismo artistico vivente che dialoga con chi lo esplora.
La potenziale perdita di questo luogo rappresenta una ferita profonda al patrimonio culturale italiano.
Il Sovrano Militare Ordine di Malta (S.
M.
O.
M.
), proprietario dell’immobile, ha intrapreso una procedura di sfratto, temporaneamente sospesa dalla Corte d’Appello che, pur riconoscendone l’importanza estetica e culturale, ha solo rimandato l’inevitabile.
La sospensione, seppur cruciale, non elimina il rischio concreto di smantellamento e dispersione di un’opera d’arte totalitaria.
Luigi Serafini, figura di spicco nel panorama artistico contemporaneo, è universalmente riconosciuto per il *Codex Seraphinianus* (1981), un’opera che trascende i confini della tradizionale produzione artistica.
L’enciclopedia illustrata, scritta in una lingua artificiale incomprensibile, è un’esplorazione vertiginosa dell’immaginario, una sfida intellettuale che ha affascinato critici, artisti e studiosi in tutto il mondo.
Il suo valore non è solo estetico, ma anche concettuale.
Come sottolineato da Italo Calvino nella prefazione all’edizione francese, il *Codex* incarna “l’ebbrezza dell’invenzione pura”.
Federico Zeri, luminare della storia dell’arte, ne ha decifrato la complessità, individuando echi di maestri come Arcimboldi, Bosch, Munari, Gaudí, Roussel e Savinio, a testimonianza dell’ampiezza e della profondità del suo linguaggio artistico.
La Casa Studio di Serafini, in questo senso, si configura come la chiave di volta per comprendere a pieno la sua opera e la sua visione del mondo.
Il riconoscimento formale del bene culturale non è solo una questione di tutela fisica, ma anche di preservazione di un metodo creativo, di un modo di pensare che sfida le convenzioni e stimola l’immaginazione.
Si tratta di proteggere un patrimonio immateriale, un’eredità di pensiero e di visione che arricchisce il panorama artistico italiano e contribuisce a definire la sua identità culturale nel mondo.
La preservazione della Casa Studio di Luigi Serafini è un imperativo culturale e un investimento nel futuro dell’arte.