Castel Sant’Angelo: un secolo di memoria, tra archeologia, arte e identità nazionaleDal 23 settembre 2024 al 15 febbraio 2026, Castel Sant’Angelo si apre al pubblico con “Castel Sant’Angelo 1911-1925.
L’alba di un museo”, un’esibizione monumentale che celebra il centenario della sua istituzione come Museo Nazionale, avvenuta il 4 maggio 1925, e che segna un capitolo cruciale nella sua evoluzione, risalendo alle sue origini come mausoleo imperiale.
L’iniziativa, promossa dall’istituto “Pantheon e Castel Sant’Angelo” sotto l’egida del Ministero della Cultura, non è semplicemente una retrospettiva, ma una riflessione profonda sul ruolo del patrimonio culturale come veicolo di memoria collettiva e identità nazionale.
La mostra attinge a un periodo storico di profonde trasformazioni: l’Italia, fresca di unità, si confronta con la necessità di definire un proprio immaginario culturale, di recuperare le radici della propria storia e di costruire un futuro condiviso.
L’Esposizione del 1911, dedicata al cinquantesimo anniversario dell’Unità, fu un esperimento pionieristico, che vide il Castello trasformarsi in un palcoscenico per un viaggio immersivo attraverso l’arte italiana, unendo archeologia, pittura, scultura, arti decorative, ricostruzioni ambientali e percorsi tematici.
“Castel Sant’Angelo 1911-1925.
L’alba di un museo” riprende l’eredità di quell’evento, reinterpretandone l’atmosfera in chiave contemporanea e ampliandone il significato.
Il percorso espositivo dialoga tra capolavori provenienti da prestigiose istituzioni museali italiane e reperti eccezionali, molti dei quali restaurati ad hoc e precedentemente inaccessibili, custoditi nei depositi del Castello.
Tra le opere in mostra, si distinguono gli acquerelli delicati di Ettore Roesler Franz, il dipinto di Umberto Prencipe che cattura la Roma del Quattrocento, una suggestiva stele tardoantica, preziose lastre romaniche scolpite, la scultura in gesso colorato di Giovanni Prini e l’evocativa ‘Elia nel deserto’ di Daniele da Volterra.
Non mancano la veduta del Tevere a Castel Sant’Angelo realizzata da Vanvitelli, una raffinata scultura in terracotta del Giambologna e un ricco corredo di strumenti musicali, armi e armature storiche.
Una particolare attenzione è riservata all’arte incisoria, con una sezione dedicata alle vedute scenografiche e maestose di Giovan Battista Piranesi e un omaggio a Bartolomeo Pinelli, il pittore che immortalò la vivace realtà dei mestieri popolari e della vita quotidiana nella Roma dell’Ottocento, offrendo uno spaccato inestimabile di un’epoca.
Il percorso si conclude nella Sala di Apollo, dove è stato ricollocato il grande plastico di Castel Sant’Angelo realizzato nel 1911, un’immagine iconica che, idealmente, sovrintende i busti marmorei di Adriano e Antonino Pio, testimoni silenti della fondazione e della gloriosa storia del Mausoleo, e che simboleggia il legame indissolubile tra il passato imperiale e la rinascita culturale italiana.
La mostra, dunque, non è solo un’occasione per ammirare opere d’arte, ma un invito a riflettere sul significato della memoria, sull’importanza del patrimonio culturale e sul ruolo del museo come luogo di incontro tra passato, presente e futuro.