lunedì 6 Ottobre 2025
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Elisa Montessori: Oriente e Occidente nel dialogo di una grande artista.

Elisa Montessori: un’eco tra Oriente e Occidente, un’artista in dialogo con la memoria collettivaElisa Montessori, nata nel 1931, si presenta alla ribalta della scena artistica romana con una mostra al Museo delle Civiltà, definendosi, con un’apparente modestia, un’“intrusa”.

Ma questa percezione di estraneità, lungi dall’essere un segno di debolezza, rivela una sensibilità acuta, una capacità di osservazione profonda che permette all’artista di interrogare lo spazio museale, di sondarne le implicazioni culturali e storiche.
“Entrare in un museo è il contrario di entrare in una galleria”, spiega Montessori, richiamando il concetto arendtiano del “mondo delle cose”.

Il museo non è un luogo di semplice esposizione, ma un palcoscenico intriso di storia, di memorie stratificate, di voci silenziose.
È uno spazio carico di significato, dove ogni oggetto dialoga con il passato, proiettando ombre e luci sul presente.
L’artista, consapevole di questo, si pone come un elemento di perturbazione, un “sassolino” gettato nel flusso del tempo, un punto di vista inatteso che invita alla riflessione.

La mostra, curata con maestria da Alessandra Mammì, Andrea Viliani, Pierfrancesco Fedi e Loretta Paderni, è un viaggio suggestivo alla scoperta di un percorso artistico ricco di influenze e sperimentazioni.
Il punto di partenza è “Il sogno della camera rossa”, un romanzo erotico dell’aristocrazia cinese del XVIII secolo, dono dell’ex marito Mario Tchou.
Montessori lo rielabora in un quaderno di straordinaria delicatezza, un’opera che, contrapponendo un velo di mistero alla sensualità esplicita del romanzo originale, ne rivela la profondità nascosta.

Il percorso espositivo si sviluppa attraverso mosaici, dipinti, disegni e opere in tecniche miste, in cui emerge la precisione del tratto, spesso astratto, e la presenza evocativa di poesie amate, in particolare quelle di Marianne Moore.

L’artista, profondamente legata alla cultura orientale, ha saputo, nel corso della sua carriera, fondere elementi occidentali e orientali, creando un linguaggio visivo originale e raffinato.

La mostra celebra l’acquisizione da parte del museo del dipinto “Il paesaggio della Manciuria” del 1982, opera significativa che testimonia la sua partecipazione alla 40esima Biennale di Venezia.

L’opera di Montessori non è solo una reinterpretazione del passato, ma anche un’indagine sul presente, una riflessione sulla condizione umana, sulla bellezza effimera delle cose, sulla necessità di preservare la memoria, di custodire le radici culturali che ci legano al passato.
La sua presenza al Museo delle Civiltà rappresenta un’occasione unica per riscoprire un’artista eccezionale, capace di creare ponti tra culture diverse, di comunicare emozioni profonde, di farci riflettere sul senso della vita.

La mostra si configura, dunque, come un dialogo aperto tra un’artista novantatreenne e il patrimonio culturale che la circonda, un’occasione per interrogare il significato dell’arte e del suo ruolo nella società contemporanea.

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