La vicenda di Emanuela Orlandi, un enigma irrisolto che da oltre quarant’anni avvolge Roma e il mondo cattolico, riemerge con forza, alimentata dalla speranza – fragile ma ostinata – che il nuovo pontificato possa offrire una svolta.
Pietro Orlandi, fratello della giovane scomparsa, ha espresso questa fiducia durante la presentazione del documentario “42”, un’opera intima e struggente realizzata con la partecipazione dei membri della famiglia, tra cui la figlia Elettra, regista, e Rebecca, autrice della colonna sonora.
La scomparsa di Emanuela, avvenuta il 22 giugno 1983, ha lasciato un vuoto incolmabile nella famiglia Orlandi e ha sollevato interrogativi che si intrecciano con il potere, la politica e le dinamiche interne alla Chiesa.
L’apparente speranza suscitata dall’elezione di papa Francesco, con la sua dichiarazione di credere che Emanuela “stia in cielo”, si è poi spenta in un silenzio che, secondo Pietro Orlandi, ha eretto un “muro” più invalicabile di prima.
L’assenza di un contatto, di una parola di conforto rivolta a lui o alla madre nonagenaria, ha rappresentato una profonda delusione.
Nonostante questo, Pietro Orlandi si aggrappa all’ottimismo, consapevole che il nuovo Papa, appena insediato, è impegnato in incontri e decisioni cruciali.
L’anniversario della scomparsa, segnato da un Angelus a cui la famiglia era legata da una grande attesa, è passato senza alcun riferimento a Emanuela, un’omissione che ha generato amarezza e alimentato il senso di abbandono.
L’auspicio ora è che il pontificato del nuovo Papa possa contraddire questa iniziale riservatezza.
Le parole chiave scelte per guidare il suo operato – pace, verità e giustizia – risuonano con particolare significato per la famiglia Orlandi, per la quale la pace interiore rimane irraggiungibile finché non sarà fatta luce sulla scomparsa di Emanuela.
Il documentario “42” non è solo un’indagine storica, ma una dichiarazione d’intenti: un grido di speranza che si rivolge al nuovo Papa, affinché il suo pontificato possa finalmente onorare i valori di pace, verità e giustizia, offrendo alla famiglia Orlandi la possibilità di trovare la verità che tanto desidera e di ricostruire un barlume di serenità.
La vicenda Orlandi, in definitiva, si configura come un banco di prova per la capacità della Chiesa di affrontare i propri demoni e di abbracciare la trasparenza come via per la redenzione.