Prima di Noi: un affresco dell’Italia del Novecento attraverso gli occhi di una famiglia friulana”Prima di Noi”, la nuova serie diretta da Daniele Luchetti e Valia Santella, si presenta come un’epopea familiare, un mosaico umano che ricostruisce un secolo di storia italiana attraverso la vita di Nadia Tassan (interpretata dalla promettente Linda Caridi) e della sua famiglia, i Sartori, radicati nelle aspre montagne friulane.
La narrazione, tratta dall’omonimo romanzo di Giorgio Fontana, si dispiega in cinque serate, offrendo un viaggio intenso e commovente dal 1917 al 1978.
La serie non è una semplice saga familiare; è un ritratto vivido di un’Italia forgiata nel lavoro, nella fatica e nella resilienza.
Un’Italia segnata da guerre, dittature, precarietà e da un costante senso di incertezza, nonostante la ricchezza del suo passato.
I Sartori, come milioni di altre famiglie, si confrontano quotidianamente con la fame, l’ingiustizia e le difficoltà di un’epoca turbolenta, costruendo un’identità nazionale a partire dalle loro esperienze individuali.
La storia si apre nel 1917, un periodo di grande sconvolgimento, con Nadia e la sua famiglia che si dedicavano alla coltivazione della terra, in un rapporto di dipendenza dai proprietari terrieri, in attesa del ritorno dei tre fratelli impegnati al fronte.
L’arrivo inatteso di Maurizio Sartori (Andrea Arcangeli), un soldato provato dalla guerra e affamato, sconvolge gli equilibri familiari e segna l’inizio di un amore complesso, intriso di sensi di colpa e segreti.
La vita di Nadia si sviluppa tra maternità, scelte difficili e amori contrastanti.
Diventa madre di tre figli molto diversi tra loro: Domenico, fragile e generoso (Luca di Sessa), Gabriele, simbolo di affidabilità (Leonardo Cesaroni e Maurizio Lastrico), e Renzo, tormentato e inquieto (Alessandro Bedetti e Matteo Martari).
Attraverso le loro vite, la serie esplora temi universali come il coraggio, la vigliaccheria, la redenzione e la perseveranza.
“Prima di Noi” non celebra eroi o monumenti, ma esalta la memoria di coloro che, silenziosamente, hanno contribuito a creare l’Italia contemporanea.
Sono uomini e donne che non hanno lasciato tracce tangibili, che spesso sono dimenticati, ma che hanno plasmato l’identità nazionale.
La serie offre uno sguardo profondo nelle dinamiche familiari, rivelando le fragilità, le contraddizioni e le infinite sfaccettature dell’animo umano.
Valia Santella, co-regista e sceneggiatrice insieme a Giulia Calenda, sottolinea come, al di là delle catastrofi e delle avversità, esistano sempre individui che continuano a costruire un futuro migliore.
Accanto a loro, però, si trovano coloro che, sopraffatti dal dolore e dalla disperazione, cedono alle proprie debolezze, distruggendo se stessi e chi li circonda.
La serie, quindi, non solo racconta una storia, ma stimola una riflessione sulla natura umana, sulla responsabilità individuale e sulla forza dell’amore e della speranza.
È una testimonianza potente di come le ferite del passato continuino a risuonare nel presente, e di come la memoria collettiva sia fondamentale per comprendere chi siamo e dove stiamo andando.