“Sguardi in Camera”: un secolo di Italia riflesso negli obiettivi amatoriali.
Milena Vukotic, con la sua voce narrante che evoca l’immagine di un cinema in miniatura, ci introduce a questa affascinante serie documentaria firmata Francesco Corsi e Paolo Simoni.
Più che un semplice racconto, si tratta di un affresco nazionale costruito a partire da una preziosa collezione di filmati amatoriali, una finestra spalancata sulle vite quotidiane, le gioie, i dolori e le trasformazioni di un’Italia che si fa protagonista della propria storia.
La serie, promossa dalla Fondazione Home Movies – Archivio Nazionale del Film di Famiglia e in arrivo su Prime Video Channels (IWonderfull) dopo la presentazione alla Festa del Cinema di Roma, è un viaggio emozionante nel tempo, un’immersione nel cuore pulsante di un paese che si racconta attraverso il proprio sguardo.
L’anno cruciale del 1923 segna una svolta: Pathé e Kodak introducono sul mercato i formati 9,5mm e 16mm, aprendo le porte a una nuova era.
Per la prima volta, il cinema, tradizionalmente appannaggio dei professionisti, entra nelle case, si fa intimo, si fa parte della vita di tutti i giorni.
I primi esempi di questa nuova pratica cinematografica sul territorio italiano risalgono al 1924, e sono proprio questi primi, timidi tentativi a fornire il materiale d’apertura della serie.
Imbarazzati, incerti, gli invitati a un matrimonio si espongono alla cinepresa, consapevoli di essere protagonisti di un esperimento, di un gesto inedito.
La produzione, sostenuta da Kiné Società Cooperativa, I Wonder Pictures ed Emilia-Romagna Film Commission, raccoglie decine e decine di queste sequenze, creando un mosaico caleidoscopico di immagini che catturano l’essenza dell’Italia del Novecento.
Non si tratta solo di momenti di svago e di piacere, ma anche di testimonianze cruciali che documentano eventi storici e mutamenti sociali.
Dalla dittatura fascista alle macerie della guerra, dalla ripresa economica degli anni ’60 alle tensioni degli Anni di Piombo, fino alla caduta del Muro di Berlino, “Sguardi in Camera” offre una prospettiva unica e personale su un secolo di cambiamenti.
I primi tre episodi, in particolare, ci trasportano dagli anni ’20 alla liberazione, dipingendo un quadro vivido di un’epoca in trasformazione.
Vediamo bambini felici su una giostra alla Fiera di Milano del 1928, famiglie in gita sulla funicolare vesuviana nel 1929, l’imponente varo dell’incrociatore Giovanni delle Bande nere negli anni ’30, la vivacità della fiera di Milano del 1940, l’innocenza di una battaglia a palle di neve durante il primo Natale di guerra.
Il documentario non si limita a presentare eventi storici; ci offre un ritratto intimo delle persone che li hanno vissuti.
Roma ferita dai bombardamenti del 1943, il poeta Attilio Bertolucci che gioca con il figlio Bernardo, la tragica esecuzione di gerarchi fascisti, le esultanti feste di liberazione: ogni immagine è una testimonianza di coraggio, di dolore, di speranza.
La serie si conclude nel 1989, un anno simbolico che segna la fine dell’era del film amatoriale su pellicola.
L’avvento del video, con la sua immediatezza e facilità d’uso, ha trasformato radicalmente il modo in cui le persone si raccontano, aprendo una nuova era della comunicazione visiva.
“Sguardi in Camera” è dunque un omaggio a un’epoca affascinante, un invito a riscoprire la bellezza e l’importanza di un gesto semplice, ma profondamente umano: raccontare il mondo attraverso il proprio sguardo.








