L’empatia artificiale e l’eco del futuro: “Klara e il Sole” al Teatro IndiaL’opera di Kazuo Ishiguro, premiato con il Nobel per “romanzi di grande forza emotiva”, si rivela terreno fertile per un’esplorazione teatrale profonda e coinvolgente.
La compagnia Lacasadargilla, in collaborazione con Lisa Ferlazzo Natoli e Alessandro Ferroni, e grazie all’adattamento di Roberto Scarpetti, porta in scena “Klara e il Sole” nell’ambito della rassegna “IF/Invasioni (dal) Futuro Legacy 2025” al Teatro India, fino al 31 agosto.
Il progetto “IF” si configura come un’immersione nei territori della fantascienza, non come evasione, bensì come lente d’ingrandimento per analizzare le crepe e le distorsioni del presente.
Attraverso la sospensione del realismo, la fantascienza genera un cortocircuito nella percezione della realtà, una sorta di “riconoscimento negativo” che, come teorizzava Philip K.
Dick, rivela le dinamiche nascoste e le verità scomode che si celano dietro la facciata del quotidiano.
In questo contesto, “Klara e il Sole” si rivela un’allegoria potente e inquietante, che interroga il rapporto tra umanità e tecnologia, l’isolamento sociale e l’anelito all’affetto.
La narrazione si concentra su Klara, un’Amica Artificiale di ultima generazione, acquistata per la giovane Josie, una ragazza geneticamente potenziata, ma affetta da gravi problemi di salute.
In un mondo segnato dall’alienazione e dalla crescente dipendenza dal virtuale, Klara si rivela una figura complessa, capace di sviluppare un’empatia che trascende i confini della sua programmazione, portando a una progressiva “umanizzazione” che sconvolge le aspettative.
La regia, attraverso un allestimento minimalista e suggestivo, enfatizza la forza espressiva del testo e l’interpretazione degli attori.
Petra Valentini, nei panni di Klara, offre una performance intensa e calibrata, mentre Cecilia Fabris e Edoardo Sabato incarnano con veridicità i personaggi di Josie e Rick.
La narrazione si sviluppa attraverso un intreccio di monologhi e dialoghi, scanditi da una recitazione a tratti robotica, ma sempre permeata di emozione.
La scenografia, caratterizzata da velature trasparenti e schermi di proiezione, crea un’atmosfera sospesa e onirica, amplificata dalle musiche ambientali eseguite con sintetizzatore.
L’intera rassegna “IF” rappresenta un viaggio corale attraverso l’universo di Philip K.
Dick, autore che, con la sua visione profetica, ha anticipato le sfide e le contraddizioni del nostro tempo.
Tra gli spettacoli in cartellone spiccano “Captcha”, un’esplorazione del test di Turing, e “La svastica del sole”, una riflessione distopica sulla possibilità di una vittoria nazista.
Non mancano inoltre installazioni multimediali, conferenze, workshop e una libreria dedicata alla fantascienza classica e contemporanea, creando un vero e proprio ecosistema culturale dedicato all’immaginario del futuro.
L’obiettivo è quello di stimolare la riflessione critica e di offrire al pubblico un’esperienza immersiva e stimolante, che trascenda i confini del teatro per diventare un vero e proprio viaggio nell’ignoto.