Un’Eredità di Coraggio: “La Preside” e il Futuro dell’Istruzione ItalianaLa recente decisione di introdurre metal detector nelle scuole napoletane, risposta a ritrovamenti preoccupanti di armi in possesso di studenti, getta un’ombra sulla presentazione della miniserie “La Preside” alla Festa del Cinema di Roma.
La fiction, in coproduzione con Alice nella città e interpretata magistralmente da Luisa Ranieri, è ispirata alla figura di Eugenia Carfora, la preside di Caivano diventata simbolo di resilienza e impegno sociale in una realtà complessa.
Come sottolinea l’attrice, l’episodio dei metal detector solleva interrogativi profondi: è un sintomo di un malessere più radicato, un segnale che forse si sta perdendo di vista l’essenziale.
L’attrice, madre di una figlia adolescente, riflette su come le sfide che un tempo si affrontavano alle superiori, oggi si manifestino già alle medie, anticipando esperienze e difficoltà di almeno tre anni rispetto alla sua generazione.
Questa accelerazione dei processi di crescita solleva interrogativi urgenti: come possiamo rispondere ai bisogni specifici di queste nuove generazioni? C’è stato un investimento sufficiente nel loro benessere e nella loro istruzione? La risposta, purtroppo, sembra essere negativa.
La semplice installazione di metal detector è un palliativo, un intervento superficiale che non affronta le cause profonde del disagio giovanile.
È necessario, invece, un lavoro di rete, un impegno concreto a livello familiare e sociale.
L’ascolto, il confronto tra coetanei, il supporto emotivo, rappresentano pilastri fondamentali per la crescita di ogni individuo, in particolare in contesti fragili.
L’estensione dell’obbligo scolastico fino ai 18 anni, come suggerisce Ranieri, potrebbe rappresentare una soluzione per garantire un percorso educativo più completo e protettivo.
“La Preside”, nata da un’idea di Luca Zingaretti e prodotta con la sua società Zocotoco, offre uno spaccato vivido di questa realtà.
La storia segue Eugenia Liguori (interpretata da Ranieri) nell’assunzione del suo primo incarico come preside presso l’Istituto Ortese, una scuola situata in una delle zone più problematiche di Napoli.
L’istituto, devastato da anni di degrado e criminalità, viene trasformato da Eugenia, che si impegna a recuperare gli studenti, uno ad uno, e a ripristinare un senso di speranza e possibilità.
La fiction non si propone di creare un’immagine idealizzata del personaggio, ma di rappresentare la sua realtà, un’eroina moderna che incarna l’impegno e la dedizione di tanti insegnanti e dirigenti scolastici che operano in contesti difficili, spesso abbandonati e sottopagati.
Il progetto mira a proiettare un faro di speranza, senza indulgere nel vittimismo, e a celebrare la capacità di agire concretamente, di fare la propria parte con responsabilità e determinazione.
Per prepararsi al ruolo, Luisa Ranieri ha trascorso del tempo con la vera Eugenia Carfora, osservandola da vicino nel suo lavoro quotidiano.
Questo ha permesso di creare una rappresentazione autentica e profonda del personaggio, evitando la retorica e il sentimentalismo fine a se stessi.
Come sottolinea Ranieri, l’obiettivo non è realizzare un biopic, ma raccontare una storia ispirata a un esempio concreto, ampliando lo sguardo e portando alla luce la resilienza e la dignità che si celano anche nelle periferie, al di là della criminalità.
Luca Zingaretti, ispirato da un documentario sulla preside di Caivano, crede che le fiction non debbano avere un’agenda politica o ideologica, ma piuttosto raccontare storie che possano cambiare le persone, per il meglio o per peggio.
La speranza è che “La preside” possa indurre a una riflessione profonda, stimolando un cambiamento positivo nella società.
Maria Pia Ammirati, direttrice di Rai Fiction, sottolinea l’importanza di tornare a raccontare la scuola, un microcosmo che riflette le sfide e le contraddizioni della società civile.
La preside di Caivano ha dimostrato come un esempio di coraggio e dedizione possa trasformare i destini di molti ragazzi, offrendo loro un futuro di speranza e possibilità.