Martedì 15 luglio, l’Accademia Tedesca Roma Villa Massimo si configura come fulcro di un’occasione culturale rara, ospitando Laurie Anderson nell’ambito del festival “Sempre più Fuori”.
L’icona della scena d’avanguardia newyorkese, poliedrica artista che fonde musica, performance e scrittura, presenta in prima nazionale “Republic of Love”, un discorso-performance che si propone come un’esplorazione profonda e inquieta del nostro presente.
Prodotto da Cranpi e Carnezzeria, con il sostegno di Romaeuropa Festival, “Republic of Love” si presenta come un’anticipazione del ritorno di Anderson sulla scena romana, in una nuova configurazione del suo concerto “X2”, che la vedrà interagire con la band newyorkese Sexmob il 3 novembre presso la Sala Santa Cecilia dell’Auditorium Parco della Musica.
“Republic of Love” non è un semplice commento sulla crisi contemporanea, ma un’immersione nel suo cuore pulsante.
Anderson, con la sua consueta acuta sensibilità, traccia un percorso attraverso le crepe del nostro tempo, illuminando le zone d’ombra dell’autoritarismo risorgente, del dominio pervasivo della tecnocrazia, e della catastrofe climatica imminente, il tutto incastonato in una complessa rete di strutture socio-economiche oppressive.
L’artista non si limita a diagnosticare, ma interroga le fondamenta stesse della nostra esistenza, ponendo l’amore come elemento chiave per comprendere e possibilmente trascendere le attuali derive.
La performance si interroga sulle affinità e le contraddizioni tra amore e potere, due forze motrici che spesso si rivelano intrecciate in modi insidiosi.
In un mondo segnato da confini sempre più rigidi, da leggi restrittive e da una paura latente dell’uguaglianza, “Republic of Love” si configura come un invito alla riflessione: come possiamo, come artisti e cittadini, immaginare un futuro libero dalla paura, un futuro che non rinneghi la speranza? Quale, in questo scenario, può essere il ruolo della creatività, la sua capacità di generare alternative, di offrire prospettive inedite?Citando Mark Fisher – “È più facile immaginare la fine del mondo che la fine del capitalismo” – Anderson abilmente mescola narrazioni personali, visioni poetiche e riflessioni filosofiche, creando un dialogo inaspettato tra le molteplici forme dell’amore e quelle del dominio.
Il risultato è un’opera che esorta a ripensare il futuro, a distaccarsi da un modello fondato sulla velocità, sull’efficienza e sull’accumulo, e ad abbracciare invece nuove modalità di essere e di convivere, basate sulla connessione, sull’empatia e sulla ricerca di un equilibrio sostenibile.
“Sempre più Fuori”, diretto da Antonino Pirillo e Giorgio Andriani, continua la sua programmazione romana fino al 18 luglio 2025, offrendo una piattaforma eclettica per autori, musicisti, registi, performer e artisti visivi provenienti da diversi ambiti creativi, dalla letteratura alla musica, dal cinema alle arti performative, fino alle installazioni site-specific.
L’Accademia Tedesca Roma Villa Massimo e il Goethe-Institut rappresentano il cuore pulsante di questa manifestazione culturale, testimoniando l’importanza del dialogo transnazionale e della sperimentazione artistica.