Oltre le Sbarre: Poesie dall’Anima Reclusa

“Oltre le Sbarre”: Un’Esplorazione Poetica dell’Anima ReclusaFrancesco Certo, con la sua diciassettesima raccolta, “Oltre le Sbarre” (Ensemble Poesia, Collana Alter), ci conduce in un viaggio introspettivo e sconvolgente nel cuore dell’esperienza carceraria.
Non si tratta di un mero resoconto della vita dietro le sbarre, ma di una profonda indagine sulla psiche umana, sull’identità frammentata e sulla resilienza dell’anima di fronte all’annientamento.
La raccolta, composta da cento componimenti, offre uno sguardo intimo e commovente sulla condizione di un detenuto immaginario, un individuo costretto a confrontarsi con l’abisso della privazione di libertà e a lottare per preservare la propria umanità.

Certo abbandona la narrazione oggettiva per immergersi completamente nell’io del recluso, attingendo a un linguaggio evocativo e a immagini potenti.
La cella, definita metaforicamente come “quattro metri di silenzio”, non è solo uno spazio fisico, ma un luogo di sofferenza psichica, un purgatorio interiore dove il tempo si dissolve in un’infinita attesa.
La poesia, in questo contesto, emerge come un’ancora di salvezza, un rifugio dove il detenuto può esprimere il dolore, la rabbia, la paura, ma anche la speranza di un futuro.

È uno strumento di auto-conoscenza, un mezzo per dare un senso all’esistenza e negare il potere del silenzio e dell’oblio.

Il volume esplora le complesse dinamiche relazionali che si sviluppano in un ambiente così estremo.
Il detenuto interagisce con altri reclusi, spesso legati da un’incomunicabile solidarietà, e con gli agenti penitenziari, figure ambigue che rappresentano sia l’autorità repressiva che un possibile, seppur limitato, contatto con il mondo esterno.

Il dialogo con il secondino, in particolare, evidenzia la precarietà dei confini tra oppressione e umanità, tra distanza e vicinanza.

Le poesie sono attraversate da un costante desiderio di evasione, non solo fisica ma anche mentale.

Il detenuto invoca la poesia come forza liberatoria, capace di elevarlo al di sopra delle ingiustizie e delle sofferenze, di farlo volare verso un orizzonte di speranza.

Tuttavia, questa aspirazione è costantemente frustrata dalla realtà circostante, dalla consapevolezza della propria condizione di prigionia.
“Oltre le Sbarre” non è un’opera che offre facili consolazioni.

È un grido di dolore, ma anche una testimonianza di coraggio e di resilienza.

Francesco Certo ci ricorda che, anche nel luogo più buio, la fiamma della speranza può continuare a ardere, alimentata dalla forza della poesia e dalla profonda convinzione che il domani possa portare con sé una nuova possibilità di redenzione e di rinascita.

Il libro è un invito a riflettere sulla fragilità umana, sulla necessità di giustizia e sulla potenza trasformatrice dell’arte.
È una voce che emerge dall’ombra, ferma e vibrante, per interpellare la nostra coscienza e per risvegliare la nostra empatia.

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