venerdì 17 Ottobre 2025
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Roma e Torino: un atto per salvare la filiera libraria italiana.

La recente iniziativa congiunta delle amministrazioni comunali di Roma e Torino, riguardo all’applicazione del Decreto Cultura, rappresenta un punto di svolta significativo per la filiera libraria italiana.

L’orientamento espresso, che esonera gli operatori economici da obblighi di sconti durante le procedure di acquisizione libraria da parte delle biblioteche, costituisce un atto di lungimiranza capace di ristabilire un equilibrio precedentemente compromesso.

Per troppo tempo, il libro è stato inquadrato, a livello amministrativo, come una commodity, un bene di consumo soggetto alla logica del mercato più spietata.
Questo approccio ha costretto le biblioteche, enti pubblici con un ruolo cruciale nella promozione della cultura e del sapere, a partecipare a gare d’appalto in cui la priorità era l’ottenimento della “migliore offerta”, spesso traducibile in sconti elevati.
Questa pressione costante a ridurre i prezzi ha generato un’erosione insostenibile dei margini operativi non solo delle case editrici, ma soprattutto di quelle indipendenti, pilastri fondamentali per la diversità culturale e l’innovazione nel panorama editoriale.
Le librerie indipendenti, con la loro capacità di curare l’offerta, promuovere autori emergenti e creare comunità di lettori, sono state particolarmente colpite da questo sistema.

L’azione delle biblioteche di Roma e Torino, guidate da Simona Cives e Cecilia Cognigni, che hanno scelto di procedere all’acquisto di libri rispettando il prezzo di vendita al pubblico stabilito dall’editore e non richiedendo sconti alle librerie partecipanti agli appalti, va dunque interpretata come un atto di responsabilità culturale.
Non si tratta semplicemente di una questione economica, ma di una presa di posizione a favore di un modello di sviluppo della filiera libraria più equo e sostenibile.
La decisione di Roma e Torino offre un modello a cui dovrebbero uniformarsi tutti i sistemi bibliotecari italiani.

Il Decreto Cultura, nella sua visione originaria, mirava a sostenere l’intera filiera, dall’editore al lettore.
L’adozione di questa prassi da parte di tutte le biblioteche permetterebbe di concretizzare pienamente questo obiettivo, riconoscendo il valore intrinseco del libro come bene culturale e non come mero prodotto commerciale.
Adei, l’associazione degli editori indipendenti, esprime profonda gratitudine per questo segnale positivo, auspicando un cambiamento di paradigma che rafforzi la vitalità e la diversità del panorama editoriale italiano.
Si tratta di un passo avanti verso un ecosistema culturale più sano e resiliente, in cui il libro possa continuare a svolgere il suo ruolo fondamentale di motore di conoscenza, crescita personale e coesione sociale.

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