cityfood
cityeventi
sabato 15 Novembre 2025

Romaeuropa Festival: quarant’anni di arte e innovazione

La quarantesima edizione di Romaeuropa Festival si appresta a concludere il suo percorso, domenica 16 novembre, con un concerto finale che vedrà l’incontro sonoro tra Ryoji Ikeda e Kruder e Dorfmeister.
Un traguardo significativo, testimoniato da oltre sessantamila presenze distribuite in due mesi intensi di programmazione, un dato che consolida la posizione del Festival come punto di riferimento culturale di rilevanza nazionale e internazionale.
L’edizione 2024, nata dall’iniziativa pionieristica di Monique Veaute e oggi guidata con visione strategica da Fabrizio Grifasi, si è articolata attorno a un ricco e diversificato programma composto da 110 spettacoli, una vasta gamma di eventi gratuiti – accessibili a un pubblico ampio e variegato – e 282 repliche.
Questa complessità ha visto coinvolti più di settecento artisti e artiste provenienti da ogni angolo del globo, trasformando la città di Roma in un vibrante crocevia di espressioni artistiche.

Il Festival, fedele alla sua vocazione originaria, ha offerto un’esplorazione multidisciplinare che ha abbracciato la danza contemporanea, l’elettronica sperimentale, il teatro performativo, le arti digitali all’avanguardia e proposte dedicate al pubblico più giovane.
“Romaeuropa è un luogo di incontro, di scoperta e di dialogo intergenerazionale,” sottolinea Guido Fabiani, Presidente della Fondazione Romaeuropa, esprimendo gratitudine al Ministero della Cultura, alla Regione Lazio, a Roma Capitale e agli Istituti di Cultura esteri per il sostegno essenziale che ha reso possibile questa edizione.
Il Festival si configura come un laboratorio di idee, un ecosistema culturale dinamico che promuove l’innovazione e la contaminazione tra le diverse forme d’arte.
La forza di Romaeuropa risiede anche nella sua capacità di creare sinergie con il territorio, intrecciando il programma artistico con le realtà culturali già presenti.
La rete di collaborazioni con teatri, istituzioni pubbliche e private – dalla Fondazione Teatro di Roma all’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, dal Teatro dell’Opera di Roma al Maxxi, fino a includere spazi privati come l’Auditorium Conciliazione e il Teatro Brancaccio – testimonia l’impegno del Festival nel creare un sistema culturale integrato e inclusivo.

L’annuncio dell’inclusione del Teatro Olimpico nel circuito di Romaeuropa dal 2026 prefigura un futuro ancora più ricco di opportunità e di esperienze artistiche uniche.
Lo sguardo è già rivolto alla prossima edizione, la quarantunesima, che si preannuncia altrettanto stimolante.
Fabrizio Grifasi anticipa il ritorno di figure di spicco come Romeo Castellucci e la compagnia (La)Horde, accolta con entusiasmo nell’edizione corrente.

L’esecuzione di “The Köln Concert”, con i pianisti Maki Namikawa e Thomas Enhco, rappresenta un’ulteriore testimonianza dell’ambizione artistica del Festival.
Questi appuntamenti, e molti altri ancora da svelare, confermano Romaeuropa come un’utopia artistica in continuo divenire, un progetto collettivo che richiede l’impegno e la passione di un team dedicato, capace di trasformare una visione in realtà.

- pubblicità -
- Pubblicità -
- pubblicità -
Sitemap