“Tesori dei Faraoni”: Un Viaggio Millenario tra Arte, Fede e DiplomaziaLe Scuderie del Quirinale si trasformano in un portale verso l’Antico Egitto, accogliendo “Tesori dei Faraoni”, una mostra di portata eccezionale che promette di catturare l’immaginazione di un vasto pubblico.
Un’immersione sensoriale dove i colori del lapislazzuli si fondono con l’oro dei sarcofagi, il bianco dell’alabastro dei vasi canopi dialoga con il nero, colore primordiale di vita e rinascita, evocando le acque del Nilo e la sua incessante capacità di rigenerazione.
L’evento, che si preannuncia come un successo di pubblico con oltre 40.000 biglietti venduti in prevendita e l’obiettivo di raggiungere il mezzo milione di visitatori, non è solo un’esibizione di opere d’arte, ma un progetto culturale di respiro internazionale.
Il suo costo, ammontante a tre milioni e mezzo di euro, è sostenuto da un partenariato pubblico-privato che testimonia l’importanza strategica dell’iniziativa, con il supporto di istituzioni come Intesa Sanpaolo ed Eni.
Come sottolineato dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, attraverso il Ministro della Cultura Alessandro Giuli, la mostra si configura come un ponte ideale tra l’Italia e l’Egitto, rafforzando un legame storico e culturale di inestimabile valore.
Essa si inserisce nel contesto più ampio del Piano Mattei per l’Africa, e culminerà con la partecipazione della Presidente del Consiglio Giorgia Meloni all’inaugurazione del Grand Egyptian Museum (GEM) al Cairo.
Il curatore, Matteo Lafranconi, ha curato una selezione di 130 capolavori provenienti dal Museo Egizio del Cairo, dal Museo di Luxor e dal Museo Egizio di Torino.
Un percorso cronologico di un millennio che si conclude con la Mensa Isiaca, simbolo dell’incontro tra l’arte egizia e la cultura romana.
Questa opera, esposta in Piazza del Quirinale, incarna la lunga e profonda relazione tra i due paesi, basata sul rispetto reciproco e l’arricchimento culturale.
Il Ministro egiziano del Turismo e delle Antichità, Sherif Fathy, insieme al Segretario Generale del Consiglio Superiore delle Antichità, Mohamed Ismail Khaled, hanno sottolineato il valore di questa manifestazione come espressione di una collaborazione duratura.
Oltre alla sua indubbia spettacolarità, la mostra si rivolge a un pubblico diversificato.
Studenti, ricercatori e appassionati avranno l’opportunità di ammirare reperti inediti, come i recenti ritrovamenti della Città d’Oro di Amenofi III, frutto delle scoperte di Zahi Hawass.
Per i più giovani è stata realizzata un’audioguida, disponibile in quattro lingue e narrata da Roberto Giacobbo (versione italiana) e dallo stesso Zahi Hawass (versione inglese), con un’apposita versione dedicata ai bambini.
Il curatore, Tarek El Awadi, ex direttore del Museo Egizio del Cairo, ha sottolineato che la mostra va al di là della figura dei faraoni, rivelando la complessità della società che li circondava.
Ogni oggetto racconta storie di vita quotidiana, di fede, di aspirazioni all’immortalità.
Dalle sontuose vesti della regina Ahhtep II e la sua collana d’oro delle Mosche, al corredo funerario del faraone Psusennes I, dal monumentale sarcofago di Tuya agli oggetti di uso comune come utensili per la preparazione della birra e del pane, fino alle statuette di raffinata bellezza, ogni reperto offre uno sguardo privilegiato su un mondo affascinante e complesso.
L’esposizione si configura dunque come un viaggio emozionante nel cuore dell’antico Egitto, un incontro tra arte, storia e diplomazia che celebra un legame millenario tra due civiltà.