L’approccio di Sláva Daubnerová a “La traviata” si configura come una profonda immersione nel corpo e nella psiche lacerata di Violetta Valéry, trasfigurando l’opera verdiana in un potente dramma femminista.
La regista slovacca, riconosciuta per la sua avanguardia nel teatro sperimentale e per la sensibilità con cui esplora il tema della femminilità, non considera Violetta come una semplice cortigiana, ma come un’icona della donna marginalizzata, vittima di un sistema sociale spietato.
La regia di Daubnerová, in scena dal 19 luglio al Caracalla Festival con l’abile direzione musicale di Francesco Lanzillotta, si allontana dalle tradizionali rappresentazioni, focalizzandosi sulla sofferenza interiore e sulla solitudine esistenziale di Violetta.
La sua storia, ispirata alla vita di Alphonsine Plessis, una giovane donna francese del XIX secolo costretta alla prostituzione in giovane età, rivela una realtà di sfruttamento e di profonda ingiustizia sociale.
Violetta incarna la “traviata”, colei che è stata “decaduta” agli occhi della società, giudicata e condannata per scelte che, in realtà, erano dettate dalla necessità di sopravvivere.
La regia non si limita a narrare la storia dal punto di vista di Violetta, ma ne esplora la dimensione onirica e surreale, rendendo tangibile il suo delirio premortale.
Il rapporto con Alfredo, lungi dall’essere un idillio romantico, si rivela come un ultimo, disperato tentativo di Violetta di sottrarsi alla morte, un’istintiva connessione tra eros e thanatos.
La sensualità, il desiderio, la passione, si fondono con la consapevolezza della fine imminente.
Daubnerová, pioniere nell’interpretazione femminista del repertorio operistico, ha precedentemente riletto “Manon Lescaut” di Puccini come un dramma sociale e “La forza del destino” di Verdi dalla prospettiva di Leonora, una donna dilaniata dai conflitti bellici.
Il suo linguaggio teatrale, svincolato da etichette e pregiudizi, si propone di restituire al pubblico una visione nuova e profondamente umana dell’opera verdiana.
La produzione romana, arricchita dalla collaborazione con Alexandre Corazzola per le scene, Kateřina Hubená per i costumi, Ermanno Sbezzo per le coreografie, con il corpo di ballo diretto da Eleonora Abbagnato, e Alessandro Carletti per le luci, promette uno spettacolo visivamente e emotivamente intenso.
Corinne Winters, interprete di Violetta, si conferma una delle voci più significative del panorama lirico contemporaneo, affiancata da Piotr Buszewski, Luca Micheletti, e da un cast di voci di spicco che si alternano nelle diverse rappresentazioni.
La presenza del Coro, guidato da Ciro Visco, e le luci di Carletti, saranno elementi chiave per creare un’atmosfera suggestiva e coinvolgente, in grado di amplificare la potenza emotiva del dramma verdiano.