L’economia romana e del Lazio, nel 2024, si presenta caratterizzata da una profonda disconnessione tra gli sforzi infrastrutturali, amplificati dagli investimenti legati al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), e la tenuta del credito destinato all’economia reale.
Un’analisi approfondita condotta da First Cisl Roma e Rieti svela un quadro preoccupante: un’eccessiva finanziarizzazione, una contrazione del credito destinato ai settori produttivi, e una progressiva erosione del tessuto bancario locale.
Il dato più rilevante è l’immobilismo degli impieghi verso le imprese, che nel corso del 2024 si sono contratti di 1,3 miliardi di euro rispetto all’anno precedente.
A voler isolare l’effetto del credito alle famiglie e quello puramente finanziario, la cifra si attesta comunque a 64 miliardi, un dato sostanzialmente invariato rispetto al 2023.
Questa stagnazione è particolarmente drammatica se si considera la retorica di crescita e sviluppo propugnata dagli investimenti del PNRR.
Le industrie romane hanno subito una brusca frenata del credito (-52,1%), un dato che supera significativamente il -27,6% nazionale e il -19,9% milanese.
Il comparto delle costruzioni, cruciale per l’implementazione del PNRR, ha visto una drastica riduzione del credito (-73,2%), mentre i servizi, pur segnando una diminuzione (-28,5%), presentano un andamento meno negativo rispetto al contesto nazionale e milanese.
In controtendenza, si registra un incremento del credito alle famiglie consumatrici (+19,8%), un dato che, pur apparentemente positivo, potrebbe celare una crescente dipendenza dal debito e una diminuzione del potere d’acquisto reale.
Un elemento particolarmente emblematico è l’espansione del credito destinato alle società finanziarie, un comparto che, a Roma, ha registrato un’impennata del 44,4%, in netto contrasto con la riduzione nazionale (-15,5%) e milanese (-6,0%).
Questo fenomeno non è necessariamente indicativo di vitalità economica, ma piuttosto di un’eccessiva focalizzazione su attività speculative e di intermediazione finanziaria a breve termine.
L’analisi di First Cisl sottolinea come questo tipo di finanziamento non contribuisca in maniera sostanziale alla creazione di ricchezza reale, ma si limiti a estrarre valore da attività finanziarie, spesso caratterizzate da una forte volatilità e da un rischio elevato.
La prima flessione, dal 2010, del credito alle famiglie consumatrici (-2,5%) a valori costanti, è un segnale d’allarme che riflette una crescente difficoltà economica e una perdita di fiducia nel futuro da parte di consumatori e investitori.
L’insieme di questi fattori, unito alla situazione economica globale, suggerisce un contesto di incertezza che porta ad una contrazione delle spese e un rallentamento degli investimenti.
Di fronte a questo scenario, First Cisl Roma e Rieti propone la creazione di un Osservatorio Economico partecipato, che coinvolga istituzioni pubbliche, banche, associazioni imprenditoriali, sindacati, associazioni di cittadini e università.
Questo organismo dovrebbe avere il compito di monitorare costantemente l’andamento dell’economia locale, individuare opportunità di sviluppo e proporre soluzioni concrete per rilanciare la crescita economica, sociale e culturale della Capitale.
Il credito, sottolinea Gino Forcina, Segretario generale First Cisl Roma e Rieti, rappresenta la linfa vitale per l’economia reale e il suo sviluppo.
Il monitoraggio costante della dinamica degli impieghi e della raccolta è fondamentale per garantire che ogni attore, istituzionale, economico e sociale, contribuisca attivamente al rilancio e al miglioramento della qualità della vita nella Capitale.
La sfida è quella di reindirizzare i flussi finanziari verso i settori produttivi, incentivando l’innovazione, la creazione di posti di lavoro e la crescita sostenibile.