L’economia laziale, nel corso dei primi sei mesi dell’anno, ha manifestato una dinamica di crescita moderatamente positiva, sebbene ancorata a un contesto internazionale complesso e segnato da incertezze.
L’espansione, stimata allo 0,7% secondo l’indice Iter elaborato dalla Banca d’Italia, si posiziona leggermente al di sopra del dato nazionale (0,6%), riflettendo una relativa resilienza del tessuto produttivo regionale.
Il traino principale di questa performance è stato fornito dal settore export, in particolare quello farmaceutico, che ha registrato un’impennata del 31,4%, grazie anche a una domanda estera inizialmente sostenuta.
Questo fenomeno, tuttavia, si è rivelato ambivalente: l’accumulo anticipato di scorte da parte di acquirenti, soprattutto statunitensi, in vista di potenziali dazi imposti dall’amministrazione americana, ha generato una frenata temporanea negli scambi, introducendo un elemento di rischio per le prospettive future.
La definizione di questa delicata questione commerciale rimane cruciale per la stabilità del settore e l’intera economia regionale.
Parallelamente, l’avvio e il completamento di opere pubbliche, legate sia al Giubileo che agli investimenti del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr), hanno contribuito positivamente alla crescita, sebbene l’attuazione del Pnrr presenti ancora margini di miglioramento e ritardi nella realizzazione di alcuni progetti.
L’aerospazio ha offerto un contributo significativo, mentre il settore automotive, in linea con le tendenze nazionali ed europee, ha evidenziato una performance più contenuta.
Il turismo, fulcro storico dell’economia laziale, ha registrato una ripresa vigorosa, con un incremento dei flussi turistici stranieri pari al 38,9%.
Tuttavia, un aspetto da monitorare con attenzione è la diminuzione della spesa media giornaliera dei turisti (-10%), un segnale che potrebbe riflettere un cambiamento nelle abitudini di consumo e nella sensibilità al prezzo.
Questo andamento, pur con un aumento degli ingressi negli alberghi (+2,5%), suggerisce la necessità di strategie mirate a valorizzare l’offerta turistica e a massimizzare il valore aggiunto generato dai flussi in arrivo.
Nonostante le sfide esterne, gli investimenti privati continuano a rappresentare un fattore di sostegno all’economia regionale, con previsioni di prosecuzione anche nel 2026.
Un segnale positivo è dato dall’aumento dei finanziamenti alle famiglie per l’acquisto di abitazioni, testimoniato dall’incremento dei nuovi mutui erogati (3 miliardi contro i 2,3 del primo semestre del 2024), indicativo di una maggiore fiducia dei consumatori e di un mercato immobiliare in relativa ripresa.
L’accumulo di liquidità da parte delle famiglie (+2,1%) suggerisce inoltre una propensione al risparmio e una potenziale disponibilità a stimolare la domanda interna.
Il comparto delle costruzioni, ad eccezione di quelle legate ai lavori pubblici, ha registrato un calo (-3,7%), un dato che riflette la complessità del settore e la necessità di accelerare le procedure amministrative e di semplificare le normative.
Al giugno, il 52% dei progetti Pnrr erano stati conclusi o avviati, indicando progressi, ma anche la presenza di colli di bottiglia da superare.
I servizi, in generale, hanno mantenuto una performance positiva, mentre il commercio ha subito l’impatto dei consumi moderati (+0,4%), un segnale che richiede un’analisi approfondita delle dinamiche di domanda e delle strategie per stimolare la spesa interna.







