Nell’eco solenne della Cappella Sistina, durante la commemorazione del beato Iuliu Hossu, vescovo greco-cattolico-romeno e martire del regime comunista, una voce si è levata con forza, un appello universale contro ogni forma di violenza. Papa Leone XIV, con parole dense di significato, ha esortato a un rifiuto categorico di ogni aggressione, specialmente quando rivolta a coloro che sono più vulnerabili: bambini, famiglie, persone prive di difesa.La figura di Hossu, celebrata in questo contesto, incarna una luce di speranza e di umanità in un’epoca oscura. Il suo coraggio, messo alla prova durante gli anni drammatici del 1940-1944, lo vide protagonista di un’opera di salvezza straordinaria: la protezione di migliaia di ebrei perseguitati nella Transilvania settentrionale. Questo atto di generosità e di fede, compiuto in un contesto di crescente intolleranza e brutalità, testimonia la forza dell’umanità capace di trascendere le barriere ideologiche e religiose. Il percorso verso il riconoscimento ufficiale di Hossu come “Giusto tra le Nazioni” è un processo che celebra non solo il suo valore individuale, ma anche la capacità di compassione e di solidarietà che deve animare ogni coscienza umana.L’esortazione del Pontefice non è un mero gesto di condanna, ma un invito a una profonda riflessione. La violenza, in ogni sua forma – fisica, verbale, psicologica, strutturale – è un male che affligge l’umanità da tempo immemore, alimentata da paure, pregiudizi, sete di potere e disuguaglianze socio-economiche. Essa non si limita a ferire le vittime dirette, ma corrompe l’intera società, erodendo i valori fondamentali di rispetto, dignità e giustizia. La memoria di Hossu, e di tutti i “Giusti”, offre un paradigma di come l’azione individuale, anche in circostanze estreme, possa fare la differenza. La sua testimonianza ci ricorda che la giustizia non è un concetto astratto, ma una pratica quotidiana che richiede coraggio, empatia e la volontà di opporsi all’ingiustizia, anche a costo di sacrifici personali. L’appello del Papa, quindi, è un monito e una sfida. Un monito contro la complacenza e l’indifferenza, una sfida a costruire un mondo in cui la violenza sia sostituita dalla pace, la paura dalla speranza e l’odio dalla comprensione. È un appello a coltivare attivamente la cultura della non-violenza, promuovendo l’educazione alla tolleranza, il dialogo interculturale e la risoluzione pacifica dei conflitti. Solo così potremo onorare la memoria di Hossu e di tutti coloro che hanno perso la vita a causa della violenza, e costruire un futuro più giusto e pacifico per le generazioni a venire.
Hossu, Papa Leone XIV: un appello universale contro la violenza
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