Polemica sulla Cucina Italiana UNESCO: tra attacchi e difesa dell’unità.

La recente ondata di critiche provenienti dall’opposizione si concentra su una mia breve apparizione, ottanta secondi circa, durante il collegamento in videoconferenza con ‘Domenica In’.
L’intervento, condiviso con il Sindaco di Roma, Roberto Gualtieri (Partito Democratico), ha avuto come unico scopo la promozione e il sostegno alla candidatura della Cucina Italiana a Patrimonio Culturale Immateriale dell’UNESCO.

Un’iniziativa che, a mio avviso, incarna un’opportunità irripetibile per proiettare l’identità nazionale sulla scena internazionale, narrando al mondo la ricchezza delle nostre tradizioni gastronomiche e la profonda cultura che le accompagna.
L’episodio solleva una questione più ampia e profondamente radicata nella politica contemporanea: la tendenza a trasformare anche le iniziative più condivise e potenzialmente benefiche per il Paese in pretesti per sterili conflitti ideologici.

È un sintomo preoccupante di una polarizzazione che offusca la capacità di riconoscere il valore intrinseco di progetti che, al di là delle appartenenze politiche, possono arricchire l’immagine dell’Italia e rafforzare il suo ruolo nel panorama globale.
La presenza di un amministratore di spicco del Partito Democratico, al mio fianco in questo impegno, dovrebbe aver rappresentato un segnale di unità e di condivisione, un esempio di come l’interesse nazionale possa superare le divisioni partitiche.

Invece, l’opposizione ha scelto di concentrarsi su dettagli insignificanti, alimentando una polemica priva di sostanza, un’ennesima dimostrazione di come la critica politica possa spesso degenerare in un esercizio di strumentalizzazione e distorsione della realtà.

Contrasta nettamente con la presente situazione il passato, quando esponenti di spicco del Partito Democratico potevano godere di ampi spazi televisivi, interviste prolungate, per discutere le linee guida del governo.

Oggi, sembra che anche un breve intervento volto a promuovere un patrimonio culturale immateriale debba diventare oggetto di scrutinio e di attacco.
Nonostante queste critiche, ci impegniamo a proseguire il nostro lavoro con determinazione, valorizzando le eccellenze italiane e collaborando con tutti coloro che condividono questo obiettivo, mettendo da parte le appartenenze politiche per il bene comune.
La promozione della cultura e delle tradizioni italiane non è una questione di colore politico, ma un dovere verso il nostro Paese e verso le generazioni future.
Si tratta di un investimento nel futuro dell’Italia, un futuro che non può prescindere dalla valorizzazione del suo patrimonio unico e inestimabile.

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