La ferita dell’attentato è aperta, palpabile nella tensione che permea l’aria, ma coesiste con un’ondata inaspettata di affetto e solidarietà.
Sigfrido Ranucci, a meno di due giorni dall’esplosione che ha danneggiato la sua auto a Pomezia, offre un bilancio complesso, segnato dalla resilienza e dalla consapevolezza della gravità dell’accaduto.
“Sto bene, fisicamente”, confessa il giornalista, “anche se il riposo è stato scarso, assorbito dalle migliaia di messaggi e dalla consapevolezza del peso di questo evento”.
Un’affluenza di sostegno inattesa giunge da ogni livello istituzionale: dalla Presidenza della Repubblica alla Presidenza del Consiglio, dall’Associazione Nazionale Magistrati alla Corte dei Conti, passando per innumerevoli sindaci.
Le proposte di cittadinanze onorarie testimoniano un riconoscimento che va oltre il singolo individuo, elevandolo a simbolo di un valore condiviso: l’essere “cittadino di tutti”.
L’episodio ha trasceso i confini nazionali, catturando l’attenzione di organi di stampa internazionali come il *New York Times* e il *Guardian*, e stimolando un dibattito anche a livello europeo, con l’intervento di Elly Schlein durante un’assemblea del Partito Socialista Europeo.
Questo amplifica il significato dell’attentato, configurandolo non come un episodio isolato, ma come un attacco alla libertà di informazione, un diritto fondamentale che non può essere compromesso da strumentalizzazioni politiche o da logiche di potere.
Ranucci richiama con profonda commozione le vittime del giornalismo italiano del dopoguerra, ricordando come le loro storie siano state tragicamente segnate da mani oscure, sia di destra che di sinistra, sottolineando la necessità di non dimenticare e di perseguire la verità.
Un gesto particolarmente toccante è stato il video prodotto dai colleghi Rai, operatori e maestranze, che in un atto di solidarietà inequivocabile hanno affisso cartelli di incoraggiamento nei loro luoghi di lavoro.
Questa dimostrazione di sostegno, descritta da Ranucci come “bellissima” e ricordante la mobilitazione per Ilaria Alpi e Miran Hrovatin, sottolinea la forza del senso di appartenenza e la responsabilità condivisa.
La risposta popolare è altrettanto significativa: un presidio spontaneo di quattrocento persone si è riunito sotto la sua abitazione, a testimonianza del profondo legame tra il giornalista e la comunità.
Contestualmente, Ranucci si impegna a proseguire il suo lavoro, dedicandosi alla realizzazione delle prossime puntate di *Report*, programma di Rai3 che debutterà il 26 ottobre, anticipando a metà settimana i temi trattati nella prima puntata.
L’attentato non ha scalfito la sua determinazione, ma ha rafforzato la consapevolezza del ruolo cruciale che il giornalismo investigativo svolge nella società.