L’obiettivo di una riforma di Roma Capitale non dovrebbe mirare alla creazione di una nuova entità regionale, ma piuttosto a una ridefinizione organica dei poteri comunali, in linea con i principi costituzionali sanciti dall’articolo 117. Questa prospettiva, espressa durante l’audizione in Commissione Affari Costituzionali, evidenzia la necessità di un’analisi approfondita e disincantata, superando approcci ideologici e puntando a soluzioni pragmatiche per garantire a Roma una maggiore autonomia finanziaria e operativa, senza compromettere l’efficace gestione del territorio regionale.La Regione Lazio, pur riconoscendo l’importanza di rafforzare la capacità decisionale di Roma, necessita di mantenere un ruolo di coordinamento strategico in ambiti cruciali. Un trasferimento indiscriminato di competenze potrebbe generare sovrapposizioni, conflitti e inefficienze, vanificando l’intento stesso della riforma. Si individuano quindi aree di potenziale delegazione, quali la valorizzazione del patrimonio culturale, il potenziamento del turismo, la promozione del commercio e dell’artigianato, la tutela del territorio e la programmazione urbanistica. L’edilizia residenziale pubblica e i servizi sociali, elementi imprescindibili per una città complessa come Roma, potrebbero anch’essi rientrare in questo quadro di autonomia mirata.Tuttavia, la questione del trasporto pubblico locale rappresenta una sfida particolarmente delicata. Roma, essendo un nodo cruciale per la mobilità regionale, richiede un approccio integrato che tenga conto delle esigenze dell’intera regione. Un’autonomia eccessiva in questo settore potrebbe compromettere la coerenza del sistema di trasporto e creare disservizi.L’esperienza recente delle riforme legislative in materia di protezione civile ha evidenziato come una eccessiva decentralizzazione possa ostacolare il coordinamento nazionale, cruciale in situazioni di emergenza. Pertanto, si suggerisce di mantenere una visione nazionale per la gestione di questo settore, evitando di delegare responsabilità a livello regionale.Anche la gestione dei rifiuti e la tutela dell’ambiente richiedono un approccio olistico, considerando la complessità delle dinamiche territoriali e le tensioni che emergono, come dimostra la controversa vicenda del termovalorizzatore. Un sistema frammentato, con voci discordanti tra i comuni limitrofi, rischia di compromettere la sostenibilità ambientale e la qualità della vita dei cittadini. L’auspicio è che una riforma mirata possa favorire la convergenza di interessi e la creazione di politiche ambientali condivise, garantendo un futuro più verde per la regione Lazio. La chiave risiede in un equilibrio tra autonomia locale e visione regionale, per una governance efficiente e responsabile.
Riforma Roma Capitale: Autonomia mirata, non una Regione nuova.
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