La riforma costituzionale volta a ridisegnare il ruolo di Roma Capitale, un progetto maturatosi nel tempo e sostenuto da un ampio consenso trasversale, compie un passo cruciale.
Dopo l’approvazione in Consiglio dei Ministri dello scorso luglio, la Commissione Affari Costituzionali della Camera ha ufficialmente avviato l’iter parlamentare, segnando l’inizio di una trasformazione profonda per la città.
L’obiettivo primario è una revisione dell’articolo 114 della Costituzione, che mira a conferire al Comune di Roma un ventaglio di competenze legislative strategiche, in precedenza prerogativa esclusiva dello Stato.
L’elenco delle materie delegate è ampio e significativo: trasporto pubblico locale, un nodo cruciale per la mobilità urbana; polizia amministrativa, per garantire l’ordine e la sicurezza; politiche commerciali, turistiche e artigianali, pilastri dell’economia locale; politiche sociali mirate a rispondere alle esigenze della popolazione; edilizia residenziale pubblica, per affrontare il problema dell’accesso alla casa; cultura, patrimonio immateriale e identità della città; valorizzazione ambientale, per tutelare la bellezza e la salute del territorio; organizzazione amministrativa, per semplificare e rendere più efficienti i processi decisionali; e governo del territorio, per una pianificazione urbana sostenibile e inclusiva.
L’attribuzione di queste competenze non è solo una questione formale; implica un trasferimento significativo di risorse e responsabilità, configurando una nuova forma di autonomia amministrativa e finanziaria per il Comune.
Questo modello, se realizzato pienamente, dovrebbe consentire a Roma di operare con una maggiore capacità di risposta alle esigenze dei cittadini e di competere a livello europeo e internazionale, allineandosi con le prerogative delle principali capitali del continente.
Tuttavia, l’entusiasmo iniziale è mitigato da un monito ricorrente: la riforma, per concretizzarsi, necessita di un sostegno finanziario robusto e duraturo.
I rappresentanti del Comune e i partiti di maggioranza hanno espresso inequivocabilmente che la legge ordinaria, che dovrà dare attuazione alla riforma costituzionale, deve prevedere risorse adeguate per affrontare la transizione e supportare le nuove funzioni che Roma sarà chiamata ad esercitare.
L’assenza di tali risorse rischia di relegare l’iniziativa a un esercizio di facciata, privandola della sua effettiva efficacia.
Il percorso è tuttora in divenire e la recente approvazione del testo base rappresenta un punto di partenza, non un traguardo.
La visione di una Roma Capitale autonoma, capace di gestire in modo proattivo le proprie risorse e di assumere un ruolo guida nel panorama nazionale ed europeo, dipende ora dalla capacità politica di tradurre le intenzioni programmatiche in azioni concrete e di garantire un adeguato investimento nel futuro della città.
Il riconoscimento del ruolo di Roma come cuore politico, culturale e simbolico della nazione richiede un impegno corale e una visione lungimirante, che vadano oltre le logiche di breve termine e sappiano valorizzare il patrimonio inestimabile che la città custodisce.