La proposta di legge regionale 171, attualmente in esame presso il Consiglio regionale del Lazio, solleva critiche e preoccupazioni, soprattutto a seguito della presentazione di un emendamento che rischia di erodere significativamente l’autonomia urbanistica dei Comuni più grandi, inclusa la cruciale Roma Capitale. Questo intervento, percepito come un passo indietro rispetto all’evoluzione del quadro normativo locale, mira a ricentralizzare a livello regionale le decisioni relative alle varianti urbanistiche dei capoluoghi di provincia e delle città con popolazione superiore ai 50.000 abitanti.La manovra, denunciata dalle opposizioni in Consiglio regionale (rappresentate da Marietta Tidei, Mario Ciarla, Adriano Zuccalà e Claudio Marotta), si pone in netta contrapposizione ad un precedente accordo raggiunto nel 2022, il quale aveva riconosciuto al Comune di Roma un ruolo più autonomo e proattivo nella gestione del proprio sviluppo urbanistico. Questa inversione di rotta appare anomala e contraddittoria, gettando ombre sulla coerenza delle politiche regionali e mettendo a rischio l’efficienza dell’azione amministrativa.L’importanza di questo tema trascende la mera gestione burocratica. La centralizzazione delle competenze urbanistiche di Roma Capitale incide direttamente sul principio di sussidiarietà, cardine del sistema istituzionale italiano, che prevede l’attribuzione delle funzioni amministrative al livello di governo più vicino ai cittadini. Un ritorno al controllo regionale significa, di fatto, limitare la capacità di Roma di rispondere in modo efficace alle proprie specifiche esigenze di sviluppo, ostacolando l’implementazione di strategie urbanistiche mirate e innovative.Inoltre, la proposta in discussione ignora il ruolo strategico di Roma come capitale d’Europa, una città con responsabilità e peculiarità che richiedono una gestione urbanistica flessibile e autonoma. Privare la città di questo potere significa negare il riconoscimento del suo ruolo di rilievo internazionale e compromettere la sua capacità di attrarre investimenti, promuovere la cultura e migliorare la qualità della vita dei suoi cittadini.Le opposizioni rivendicano con forza il ritiro dell’emendamento e invitano tutte le forze politiche, istituzionali e sociali a vigilare attivamente sulla questione. È imperativo difendere l’autonomia di Roma, garantendo il rispetto del suo ruolo strategico e assicurando che la città possa finalmente esercitare i poteri che le competono, nel pieno rispetto dei principi costituzionali e delle aspettative dei suoi abitanti. La discussione dovrebbe concentrarsi su come rafforzare la collaborazione tra Regione e Comune, non su come limitare l’autonomia di uno dei centri più importanti del Paese.
Roma Capitale: a rischio l’autonomia urbanistica?
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