Roma, 17 Novembre. Una marea umana, stimata in decine di migliaia, ha invaso le strade della capitale, esprimendo un dissenso profondo e articolato nei confronti delle politiche governative. Il corteo, partito da Piazza Vittorio Emanuele e diretto a piazzale Ostiense, non è stato un semplice raduno, ma una vibrante espressione di opposizione a una deriva percepita come autoritaria e liberticida, con echi di un passato che molti temono possa riemergere.Lo slogan “Manganelli fallimento di Stato”, affiorato spontaneamente tra la folla, è un sintomo di un’amarezza diffusa, un’accusa diretta percepita come un’incapacità dello Stato di garantire sicurezza e giustizia per tutti. La richiamata a “Se loro fanno il fascismo, noi faremo la resistenza” risuona come un avvertimento solenne, un richiamo ai valori di libertà e democrazia che hanno plasmato l’identità italiana. “Hasta la victoria” non è un grido vuoto, ma la promessa di una lotta perseverante per la salvaguardia dei diritti e delle libertà civili.La composizione eterogenea del corteo – una convergenza di forze sociali e politiche – testimonia l’ampiezza del malcontento. La presenza della Rete No Dl, della CGIL, dell’Avs e una delegazione del M5S, affiancata da movimenti ambientalisti, studenteschi e collettivi sociali, suggerisce una frattura profonda nel tessuto sociale italiano. L’utilizzo inaspettato del conteggio tramite ChatGPT, proposto dai manifestanti, riflette un tentativo di ironizzare e contestare le narrazioni ufficiali, nonché di sfruttare strumenti tecnologici per amplificare la propria voce.Gli organizzatori hanno sottolineato l’importanza di superare le cifre della precedente mobilitazione del 14 dicembre, un chiaro segnale di determinazione e di volontà di innalzare il livello della protesta. Gianluca Peciola, esponente della Rete No Dl, ha denunciato un governo che percepisce come autoritario, fascista e liberticida, sottolineando come la manifestazione rappresenti una sfida diretta all’azione governativa.Questa mobilitazione non è solo una protesta contro un decreto o una specifica politica, ma esprime una preoccupazione più ampia per lo stato di diritto, per le libertà individuali e per la direzione che il Paese sta prendendo. È un grido di allarme, un monito a difendere i valori fondanti della Repubblica Italiana, e un invito a costruire un futuro più giusto e inclusivo per tutti. Il corteo, con la sua variegata umanità, si configura come un simbolo di resilienza democratica, un baluardo contro ogni forma di autoritarismo e un appello alla partecipazione attiva nella vita politica e sociale del Paese.
Roma: Marea Umana Contro il Governo, Echi di Resistenza
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