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giovedì, 15 Maggio 2025
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L’arte al tempo della tecnologia: un percorso tra matita e computer

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Roma – Nella sfera dell’architettura, la tecnologia non è un fattore di oppressione, ma piuttosto uno strumento che amplia la gamma delle possibili rappresentazioni spaziali e della loro significazione; in questo contesto, il computer, come una potente macchina da disegno, offre nuove opzioni ai designer. Dal 18 aprile al Maxxi è stata allestita ‘Stop drawing. Architettura oltre il disegno’, un’installazione che rappresenta l’estremo opposto alla matita e che sottolinea la capacità dell’uomo di reinventare i propri strumenti di rappresentazione.L’evento è stato organizzato dal dipartimento di Architettura e Design contemporaneo diretto da Lorenza Baroncelli. È stato ideato e curato da Pippo Ciorra, che ha voluto indagare le modifiche avvenute negli strumenti necessari per produrre, rappresentare e comunicare l’architettura; un processo di trasformazione durato cento anni, in cui è intervenuta la tecnologia. Il mondo dell’architettura, infatti, non ha più la stessa forma del passato, ma si è evoluto grazie alle innovazioni tecniche e alla loro influenza sulla rappresentazione e sulla concezione dello spazio; un cambiamento radicale che ha portato dalla matita al computer, dall’analogico al digitale.La mostra propone una riflessione sulle novità avvenute nel campo dell’architettura, esaminando come la tecnologia sia divenuta protagonista nell’elaborazione e nella rappresentazione dello spazio. Questo ha provocato un’enorme varietà di rappresentazioni del pensiero spaziale e della valutazione dei mezzi per la loro comunicazione; è il frutto di un percorso tra il XX e il XXI secolo che racconta come l’architettura sia cambiata insieme alle idee che essa rappresenta.Ecco alcune delle opere esposte al Maxxi. Tra queste, ‘Stop drawing. Architettura oltre il disegno’, un viaggio tra la rappresentazione dello spazio e le idee che esso racconta; è la capacità di reinventare i propri strumenti di rappresentazione che sottolinea l’ingegno umano in continua evoluzione.Il percorso espositivo si snoda attraverso diverse sezioni. La prima, intitolata ‘Da analogico a digitale’, esplora la storia della trasformazione degli strumenti di rappresentazione dell’architettura e del design: dalla matita al computer, con l’aiuto della tecnologia che ha fatto da spalla alla capacità dell’uomo di reinventare i propri mezzi per produrre, comunicare e rappresentare. La seconda, intitolata ‘Il pensiero spaziale’, esplora le nuove possibilità offerte dalla tecnologia nella rappresentazione e concezione dello spazio; un cambiamento che ha provocato una grande varietà di rappresentazioni del pensiero e delle idee relative alla valutazione dei mezzi per la loro comunicazione.La terza, intitolata ‘Il valore del mezzo’, è dedicata al ruolo del mezzo come messaggio. In questo contesto emerge che la tecnologia non serve a dominare e asservire l’uomo, ma piuttosto ad aumentare la sua capacità di rappresentazione e concezione dello spazio. Ecco perché questa mostra ci fa vedere come esista un fortissimo ritorno al disegno come una necessità per radicarsi nella realtà del presente.Il progetto è nato da una riflessione su cent’anni di storia dell’architettura e del design, con l’intento di far emergere la vera capacità umana di reinventare i propri strumenti di rappresentazione.

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