La Natura al bivio: un appello alla salvaguardia del pianeta attraverso l’arteIl nostro tempo è segnato da sfide ambientali che sembrano sempre più insormontabili, ma che non lasciano indietro nessuno. Il cambiamento climatico, l’inquinamento dell’aria e delle acque, la perdita di biodiversità e la necessità di una maggiore consapevolezza ecologica sono temi che hanno preso il sopravvento sulla nostra società. È in questo contesto che l’arte diventa un potente strumento per far comprendere a tutti la gravità della situazione e l’imperativo di agire ora.MAMA Madre Natura, la mostra internazionale al Maxxi di Roma dal 30 aprile al 14 maggio, è un esempio concreto di come l’arte possa essere utilizzata per raggiungere questo obiettivo. La collettiva itinerante, promossa dall’Unione Pubblica IDEA (International Dialogue for Environmental Action), ha raccolto la partecipazione di 55 artisti provenienti da 28 paesi, che hanno contribuito con un totale di 127 opere tra installazioni digitali, dipinti, grafiche e sculture.Il messaggio forte che emerge da queste opere è quello della protezione del pianeta per le generazioni future. È un appello alla responsabilità e al cambiamento che richiede l’impegno di ciascuno. La mostra si sviluppa come un labirinto concettuale, in cui il pubblico è immerso in un flusso visivo e sensoriale che richiama la potenza degli elementi naturali.Il percorso espositivo inizia con l’installazione “Il Sacro Graal della Vita” di Leyla Aliyeva, che rappresenta un universo liquido in cui l’acqua diventa specchio e simbolo della ciclicità della vita. Il visitatore si ritrova a camminare su una superficie ondulata che riflette luci e immagini.Il rapporto tra scienza e natura è al centro del trittico pittorico “Generated Generation” firmato dall’artista azero Farid Rasulov. L’opera rappresenta un laboratorio futuristico in cui nuove specie vegetali emergono da provette sperimentali, suscitando interrogativi sulla bioingegneria e la manipolazione genetica.Il tema della crisi idrica globale è affrontato dall’artista uzbeka Sayora Muin con l’opera “Protector”, che evoca la desolazione del Mar d’Aral e di altri specchi d’acqua ormai scomparsi. Il dipinto “I can fly” dell’artista serba Gala Chakiu rappresenta una giovane donna i cui capelli si trasformano in vento, mentre il pittore azero Butunay Hagverdiyev chiude il percorso con la serie “Absheron Bungalows”, che ritrae paesaggi sospesi tra passato e futuro.L’arte è sempre stata in grado di intercettare i fenomeni sociali e di dar loro voce in modi inaspettati. Oggi più che mai, abbiamo bisogno che l’arte ci aiuti a vedere con chiarezza le conseguenze delle nostre azioni sull’ambiente. MAMA Madre Natura vuole essere un’occasione per riflettere su quanto siamo profondamente connessi alla natura e su quanto sia essenziale rispettarla.”È necessario iniziare con piccoli gesti quotidiani”, afferma Leyla Aliyeva, “risparmiare acqua, ridurre il consumo di plastica, proteggere gli animali. Anche la più piccola goccia, insieme alle altre, può diventare un fiume”.L’esposizione, curata da Emin Mammadov, è stata organizzata in Italia da Tommaso Venco in collaborazione con l’Ambasciata dell’Azerbaijan. È un’opportunità per tutti di riflettere sulla nostra relazione con la natura e di impegnarsi a proteggere il pianeta per le generazioni future.