mercoledì, 21 Maggio 2025
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Leon Caetani, il principe orientalista dell’Italia del ‘900

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La vita del principe Leone Caetani di Sermoneta è un’intrecciata con le dinamiche storiche dell’Italia del primo Novecento, dove il suo percorso di studioso e politico si intreccia con la sua formazione come orientalista. Il principato romano che ha ereditato dal padre, nel 1893, gli apre le porte ad un’educazione raffinata e multietnica grazie alla sua presenza in Italia e all’estero, in particolare a Parigi dove frequenta la Sorbona. Non solo una persona colta ma anche ricchissimo di talento come emerge dai primi contatti con il mondo islamico. Inizia infatti la sua carriera universitaria studiando lingue antiche: greco, ebraico, cinese e l’arabo e, per amore della cultura islamica, si appassiona allo studio del Corano e delle altre lingue di questa area. Ma è l’università ad aiutarlo a orientarsi in questo suo interessamento che lo porta a voler indagare e raccontare l’Islam all’interno della cultura italiana.Questo interesse per il mondo islamico si rinnova anche nel 1907, quando pubblica il libro “Mediatores Dei”. In seguito ad una conferenza di Leone Caetani del 1922 a Roma sulle origini storiche dell’Islam, viene fondata l’Accademia dei Lincei con la sua partecipazione. Questo ente, di cultura ed iniziative scientifiche e umanistiche, che riconosce in Caetani uno studioso straordinario, contribuisce alla creazione della sua raccolta di manoscritti orientali.Con l’opera “Mediatores Dei” pubblicata nel 1907 il Caetani, divenuto uno degli Orientalisti più noti al tempo, inizia a scrivere di origine dell’Islam e delle sue relazioni con le culture vicine. Un contributo molto importante che fa di lui un riferimento per la cultura italiana del primo Novecento e che lo porta a diventare un punto di riferimento nella storia accademica. È anche il tempo in cui esce il libro “La Storia del Corano”. In questo momento storico, infatti, si apre al principato il settore della politica. Tuttavia i suoi interessi per la cultura orientale lo portarono sempre a vivere una sorta di dialettica tra l’orientamento verso le sue esigenze come studioso e quelle del suo stato. Si pensa al suo discorso del 7 giugno 1911 in cui, deputato allora, chiede che si smetta la propaganda per Tripoli, ribadendo i suoi convincimenti e il suo modo di affrontare l’Islam come studioso.Dopo essere tornato dalla guerra, egli lascia l’Italia per fondare una nuova famiglia in Canada. Si sposerà due volte, ma non riuscirà mai a vedere crescere la figlia del secondo matrimonio. Nonostante questo abbandono dal suo stato, i suoi interessi e gli studi continuano. Tuttavia, alla sua partenza, l’Italia era già passata sotto il regime fascista e Caetani venne privato della cittadinanza italiana nel 1935. L’Accademia dei Lincei lo reintegro postumo per acclamazione.Il ricordo del principe Leone Caetani di Sermoneta, che non manca mai di richiamare la sua personalità e il suo modo di approcciare gli studi e le cose della vita, è celebrato attraverso la mostra “Il Principe e l’Islam” allestita nella Biblioteca Palazzo Corsini. Il 13 marzo 2025 l’Accademia dei Lincei decide per acclamazione di reintegrarlo a novant’anni dalla sua scomparsa.

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