23 aprile 2025 – 13:47
Giovanni Filiteri, noto come Zvan in dialetto romagnolo, nacque nel 1925 a Massa Lombarda, in una campagna ravennate che ancora oggi si affaccia sull’Adriatico. Era figlio di un paese con una storia antica e complessa, dove la frutticultura era il fulcro dell’economia locale e i Filiteri erano una delle famiglie più note per la loro partecipazione alla Resistenza.Ma Giovanni non aveva iniziato come i suoi cugini, Ilde e Napoleone, che si erano uniti alle formazioni partigiane per combattere contro l’occupante tedesco. Anzi, dopo l’8 settembre 1943, provò a entrare nella Resistenza, ma venne poi costretto ad arruolarsi nell’esercito di Salò, il regime fascista di Mussolini che aveva instaurato un governo collaborazionista con la Germania nazista.Fu mandato a Pesaro, una città emiliana sulla costa adriatica, dove divenne soldato in un’unità militare che faceva parte dell’esercito di Salò. Poi venne arrestato e deportato in un lager vicino a Colonia, in Germania.La sua esperienza di prigioniero fu terribile: lavori forzati massacranti, condizioni climatiche estreme, fame e malattie endemiche. Rischiò più volte la vita ma riuscì a sopravvivere grazie alla sua forza e determinazione.Giovanni tornò finalmente a casa e continuò a vivere in Massa Lombarda, dove era nota la storia dei Filiteri e della loro resistenza contro il regime. Era anche lo zio di Mattia Martini, un giornalista di Bologna che aveva deciso di registrare la sua testimonianza con una vecchia telecamerina.Quella registrazione è diventata poi il punto di partenza per uno speciale del podcast Zvan dei Filiteri – La voce di un sopravvissuto. Un progetto realizzato insieme a Rai Play Sound, che racconta la storia di Giovanni e della sua famiglia attraverso la sua testimonianza.Il podcast è diviso in cinque episodi da mezz’ora e copre una gamma di argomenti complessi come la Seconda guerra mondiale, la Resistenza italiana, le condizioni dei prigionieri nei campi di concentramento e la vita quotidiana in Germania sotto l’occupazione tedesca.Ma non è solo una storia di guerre e sofferenze: ci sono anche racconti commoventi, momenti di vita quotidiana nel lager, esempi di altruismo e generosità, gesti di compassione e di eroismo che ispirano e rigenerano.Per comprendere meglio la storia di Giovanni Filiteri è necessario iniziare dal contesto storico. L’Italia era stata invasa dai tedeschi nel 1943 e il paese si trovava in guerra da anni, ma i resistenti italiani erano ancora una minoranza rispetto ai partigiani comunisti e socialisti che combattevano per la libertà.La Resistenza italiana è stata un momento cruciale nella storia d’Italia. Erano i partigiani a lottare contro il fascismo di Mussolini e contro le forze occupanti tedesche, ma erano anche in competizione con altri movimenti politici che avevano idee diverse sulla forma di governo del paese.Per Giovanni, la sua esperienza personale di prigioniero in un campo di concentramento fu traumatica e lo cambiò per sempre. Tornato a casa, non volle parlare della sua esperienza, ma suo nipote Mattia ha deciso di farlo conoscere al pubblico attraverso il podcast.Il progetto di Zvan dei Filiteri – La voce di un sopravvissuto è stato realizzato da Rai Play Sound con la collaborazione di Luca Fabbri e Diego Gualandi. È basato sulla testimonianza registrata su nastro da Mattia Martini, che ha intervistato sua nonna Milka e altri membri della famiglia.L’obiettivo del progetto è quello di raccontare la storia di Giovanni Filiteri e quella dei suoi cugini partigiani Ilde e Napoleone attraverso una serie di episodi divisa in cinque puntate. Ci sono anche testimonianze registrate da alcuni esperti, che aiutano a comprendere meglio il contesto storico della Seconda guerra mondiale.Il progetto è un omaggio alla Resistenza italiana e al suo ruolo nella liberazione dell’Italia dall’occupazione tedesca e fascista.