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Il Commercio in crisi nelle Province Emilia-Romagna: diminuzione delle imprese nel Forlì-Cesena e Rimini

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17 aprile 2025 – 15:09

Il settore del Commercio continua a declinare inesorabile nelle province di Forlì-Cesena e Rimini, secondo gli ultimi dati diffusi dalla locale Camera di commercio. In provincia di Forlì-Cesena, al 31 dicembre 2024, si contano ben 7.294 imprese attive che rappresentano il 20,6% del totale regionale (20,9% in Emilia-Romagna e 24,7% a livello nazionale). Nonostante ciò, la numerosità delle imprese risulta ancora in diminuzione (-1,6%) rispetto all’anno precedente, anche se in maniera meno accentuata rispetto alla variazione regionale (-2,2%) e nazionale (-2,7%).Il commercio al dettaglio rappresenta quasi la metà del settore (48,9%), con una riduzione delle imprese di -2,4% rispetto all’anno precedente (-2,6% in regione e -3,5% a livello nazionale). Tra le principali tipologie commerciali, si segnala la diminuzione del 5% dei negozi di abbigliamento, del 2,4% delle tabaccherie, del 1,4% delle ferramenta, dell’8,2% delle edicole, del 2,3% dei negozi di mobili, del 3,6% delle macellerie, del 2,4% dei negozi di frutta e verdura, del 2,4% delle profumerie ed erboristerie, del 7,4% dei negozi di calzature, del 7,6% dei fiorai/negozi per animali, dell’11,1% delle sanitarie e dell’9,1% dei negozi di bevande.In provincia di Rimini, sempre al 31 dicembre 2024, si registra una diminuzione (-1,1%) rispetto all’anno precedente delle imprese attive del settore Commercio, che rappresentano il 23,9% del totale regionale (20,9% in Emilia-Romagna e 24,7% a livello nazionale). Il commercio al dettaglio rappresenta la maggioranza del settore (55%), con una riduzione delle imprese di -1,8% rispetto all’anno precedente (-2,6% in regione e -3,5% a livello nazionale).Tra le principali tipologie commerciali, si segnala la diminuzione del 5,5% dei negozi di abbigliamento, del 1,6% delle tabaccherie, dell’0,6% delle ferramenta, del 3,4% dei negozi di calzature, del 3,9% delle edicole, dell’6,8% dei negozi di mobili, del 2,0% delle profumerie ed erboristerie, del 5,6% dei fiorai/negozi per animali, del 2,7% delle macellerie, del 2,5% delle librerie, dell’14,6% dei negozi di prodotti per la telefonia e dell’9,1% delle sanitarie. Invece, aumentano le farmacie (+0,8%), i negozi di frutta e verdura (+1,0%), quelli di articoli sportivi (+1,2%), le pescherie (+1,5%) e i negozi di bevande (+4,8%). I distributori risultano stabili.

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