19 aprile 2025 – 10:28
Il ponte pasquale, un periodo di riposo per molti ma anche di lavoro per altri tanti. Le previsioni indicano che oltre 11 milioni di italiani sfrutteranno questo lungo weekend per concedersi una pausa dagli impegni lavorativi, mentre 5,1 milioni di persone saranno costrette a lavorare anche durante questo periodo festivo. Questo dato emerge da un’analisi dell’Ufficio studi Cgia di Mestre su dati Istat.Un impegno che coinvolge tutte quelle persone che lavorano anche nella maggioranza degli altri giorni festivi dell’anno, in settori come il turistico, l’informazione, l’intrattenimento, l’agricoltura, il commercio, i trasporti, la sanità, l’industria con produzioni a ciclo continuo e la sicurezza. Tra questi lavoratori ci sono 1,3 milioni di autonomi e gli altri 3,8 sono dipendenti.Negli ultimi dieci anni, il numero dei lavoratori impiegati durante le giornate festive è aumentato costantemente, a seguito della liberalizzazione degli orari delle attività commerciali. Gli ultimi dati del 2023 dicono che il 25,8% del totale degli autonomi alza la saracinesca della propria attività anche nei giorni di festa, mentre tra i dipendenti chi si reca al lavoro alla domenica e nelle altre festività è il 20,4%.Secondo i microdati Istat, il settore con il numero più alto dei lavoratori dipendenti occupati nei giorni di festa è quello degli alberghi-ristoranti, con 785.000 unità. Seguono la sanità con 774.500 addetti e il commercio con 689.900 dipendenti. Gli occupati di questi tre settori sono 2.250.000, il 60% dei 3.778.700 dipendenti totali che lavorano nei giorni festivi.I dipendenti tenuti a lavorare anche la domenica sono il 20,4%, percentuale che sale al 70,2% nel settore degli alberghi-ristoranti, al 32% nel commercio e al 25,7% nella Pubblica amministrazione. La regione con più dipendenti che lavorano anche durante le feste comandate è la Lombardia, con 593.600 unità. Seguono il Lazio (465.600), il Veneto (323.400) e l’Emilia Romagna (287.400).Sul totale dei dipendenti, Sardegna e Liguria hanno l’incidenza più elevata con il 26,9%. Seguono l’Abruzzo (24,9%) e il Lazio (24,4%). Rispetto agli altri paesi europei, l’Italia si posiziona comunque nella parte bassa della classifica tra chi lavora durante le festività. La media dell’Ue a 27 è del 20,6%, con picchi del 38,6% in Olanda, 35,8% a Malta e 32,8% in Danimarca.Al di sotto vi sono la Spagna (19,9%) e Germania (14,6%, il più basso nella Ue). Questi dati evidenziano le sfide che affrontano i lavoratori in Italia durante le festività. Mentre molti si godono un lungo weekend di riposo, altri sono costretti a lavorare per mantenere aperte le attività commerciali e garantire servizi essenziali alla popolazione.I dati suggeriscono che ci sia una forte dipendenza dalle giornate festive per la produzione industriale e il commercio in Italia. Nonostante gli sforzi per aumentare l’occupazione a tempo pieno, i lavoratori autonomi continuano ad avere un ruolo importante nella gestione delle attività economiche durante le festività.L’Italia ha fatto progressi nel miglioramento dell’occupazione e del reddito dei cittadini negli ultimi anni. Tuttavia, il problema della disuguaglianza salariale persiste in diversi settori, specialmente per i lavoratori dipendenti a tempo determinato.L’analisi dei dati rivela che ci sono sfide diverse tra le regioni italiane. Mentre la Lombardia e il Lazio hanno le maggiori percentuali di lavoratori impiegati durante le festività, altre regioni come Sardegna e Liguria si trovano nella parte alta della classifica.Questo problema ha implicazioni importanti per l’economia italiana nel lungo termine. L’aumento dell’occupazione a tempo pieno può aiutare a ridurre la disuguaglianza salariale e migliorare la produttività dei settori in cui i lavoratori sono impiegati durante le festività.I dati suggeriscono che l’Italia dovrebbe continuare ad investire nelle politiche per promuovere l’occupazione a tempo pieno, aumentare il salario minimo e sostenere lo sviluppo di nuove opportunità di lavoro.