01 marzo 2025 – 23:45
La Guardia di Finanza ha scoperto un intricato sistema di movimentazione e redistribuzione di liquidità che coinvolgeva circa 300 milioni di euro annuali. Tra gli indagati figura il noto commercialista torinese Massimo Segre, coinvolto in un’inchiesta condotta dagli inquirenti. L’indagine ha portato alla luce un presunto meccanismo illecito orchestrato dalla società d’intermediazione mobiliare Directa, finita sotto la lente d’ingrandimento per operazioni finanziarie irregolari. Il modus operandi si basava su un complesso schema di raccolta e ridistribuzione di liquidità: Directa avrebbe raccolto consistenti somme da alcune banche per poi ridistribuirle ad altri istituti in difficoltà attraverso canali non convenzionali.Questo sistema, attivo tra il 2019 e il 2023, ha consentito la circolazione di ingenti capitali provenienti principalmente dalla clientela istituzionale della società, composta sia da istituti bancari che da grandi aziende. Il vantaggio economico per Directa derivava dal differenziale sui tassi d’interesse: le banche beneficiarie dei fondi avrebbero corrisposto interessi superiori rispetto a quelli offerti ai depositanti della Sim.Il margine guadagnato, mediamente del 2%, rappresentava il profitto dell’operazione. Tuttavia, Directa è stata accusata dagli inquirenti di non aver rispettato il vincolo di accessorietà che impone alle società d’intermediazione mobiliare l’utilizzo esclusivo dei fondi raccolti per ordini di negoziazione finanziaria. Le transazioni promesse non sarebbero mai state effettuate, configurando così una violazione delle norme.Inoltre, è emersa una mancata registrazione a bilancio dei rischi creditizi nel periodo tra il 2019 e il 2022, alterando la trasparenza sulla solidità finanziaria della società. Sono stati individuati anche rapporti sospetti con soggetti segnalatori di potenziali clienti tra le banche in difficoltà.Le contestazioni degli inquirenti riguardano quindi diversi aspetti dell’attività svolta da Directa, mettendo in luce presunte irregolarità nelle operazioni finanziarie e nella gestione dei rischi. La vicenda si prospetta come un caso significativo nel panorama delle frodi finanziarie e dell’evasione fiscale, evidenziando la necessità di controlli più stringenti e trasparenti nel settore degli intermediari mobiliari.