Sfida economica nel settore edile italiano: rallentamento previsto con impatti sull’occupazione.

Il panorama economico del settore edile in Italia si presenta alquanto cupo, come evidenziato dall’indice previsionale PMI che a luglio ha registrato un calo a 45, indicando una fase di contrazione. Tuttavia, ciò che ha destato sorpresa è la persistente positività dei dati sulla produzione nel comparto. Flavio Monosilio, direttore del centro studi dell’Ance, in un’intervista all’ANSA ha sottolineato la convinzione che nella seconda metà dell’anno si assisterà a un rallentamento significativo. Le prospettive non sono rosee, con gli investimenti attesi in calo del 7,4% rispetto alla media annuale. Nonostante i primi cinque mesi abbiano mostrato una produzione superiore rispetto al 2023, l’ipotesi di un crollo imminente da giugno a dicembre non può essere esclusa. È importante considerare che ogni miliardo di investimenti genera occupazione per migliaia di lavoratori diretti e indiretti: una diminuzione di 10 miliardi comporterebbe un impatto significativo sul numero di ore lavorate e sull’economia nel suo complesso. La situazione richiede quindi una riflessione approfondita sulle strategie da adottare per fronteggiare questa fase critica e garantire la stabilità del settore edile nel lungo periodo.

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