La vittoria a Marsiglia, conquistata al novantesimo con un’esplosione di gioia e un gol fulminante di Samardzic, rappresenta per l’Atalanta un trionfo che va oltre il semplice punteggio.
È un segnale, un’affermazione di resilienza e maturità europea, arrivata dopo un percorso accidentato nella massima competizione continentale.
La partita, sospesa tra l’ansia – un momento di apprensione per un potenziale fallo in area – e l’estasi finale, ha visto l’Atalanta superare un esame di temperamento, cruciale dopo la deludente sconfitta subita a Udine.
La rete di Samardzic, un diagonale preciso e potente, non è solo il gol della vittoria, ma incarna la capacità della squadra di reagire, di lottare fino all’ultimo secondo.
L’inserimento di De Ketelaere, sebbene inizialmente segnato dalla mancata realizzazione su calcio di rigore, si è rivelato determinante per sbloccare la partita, generando lo spazio necessario per l’azione decisiva.
Tuttavia, l’entusiasmo per il successo è velato da un episodio spiacevole: la lite tra Juric e Lookman, culminata nell’inaspettato gesto del tecnico che allontana il giocatore con un braccio.
Un momento di tensione che solleva interrogativi sulle dinamiche interne alla squadra e sulle possibili tensioni legate alle scelte tecniche, in un contesto di pressione e ambizioni europee.
Questa vittoria non cancella le difficoltà incontrate fino ad ora in Champions League, ma evidenzia il potenziale dell’Atalanta, capace di esprimere un calcio coraggioso e propositivo, nonostante le avversità.
La partita a Marsiglia è una prova di carattere, un tassello importante per la crescita di una squadra che aspira a lasciare un segno indelebile nel panorama calcistico europeo.
Il futuro in Champions League si presenta ancora incerto, ma la conquista di tre punti preziosi regala all’Atalanta la fiducia necessaria per affrontare le prossime sfide con rinnovato spirito combattivo e ambizione.







