L’assenza di Matteo Berrettini all’Us Open 2024, ultimo atto del circuito Slam, rappresenta un’ulteriore, e significativa, battuta d’arresto per il tennis italiano e per le aspettative riposte nel romano.
La mancata iscrizione, ufficializzata dagli organizzatori, si inserisce in una serie di defezioni che sollevano interrogativi sulla sua condizione fisica e sulla programmazione della sua ripresa agonistica.
A Berrettini si uniscono nel no anche due giocatori di spicco come il bulgaro Grigor Dimitrov e il polacco Hubert Hurkacz, ampliando la lista di assenze di rilevanza che appesantisce il prestigio del torneo newyorkese.
Questa è la quinta rinuncia consecutiva per Berrettini, un accumulo di forfait che si protrae dopo i tornei di Gstaad, Kitzbühel, Toronto e Cincinnati.
La sequenza di defezioni, sebbene non inedita nel panorama sportivo, acquisisce una particolare rilevanza considerando il potenziale del giocatore e le aspettative generate dal suo rientro.
Il ritorno sulla scena tennistica, sancito a Wimbledon a fine giugno, aveva suscitato un’ondata di ottimismo.
La speranza era quella di assistere a una graduale ripresa della forma fisica e mentale, dopo l’infortunio all’addome subito a Roma che aveva interrotto bruscamente la sua stagione.
L’eliminazione al primo turno a Wimbledon, tuttavia, ha gettato un’ombra sul suo percorso di recupero, suggerendo una complessità nei suoi problemi fisici che si protraggono nel tempo.
L’infortunio all’addome, sebbene apparentemente localizzato, può avere ripercussioni più ampie, influenzando la biomeccanica del movimento e generando compensazioni che a loro volta possono causare altri problemi.
La gestione di questo tipo di infortunio richiede un approccio multidisciplinare, che coinvolga fisioterapisti, medici sportivi e preparatori atletici, al fine di individuare le cause profonde e implementare un protocollo di riabilitazione personalizzato.
Al di là della specifica natura dell’infortunio, è fondamentale considerare anche il fattore psicologico.
Un atleta che ha subito un periodo di stop forzato può sperimentare ansia da prestazione, paura di recidiva e difficoltà a ritrovare la fiducia in sé stesso.
La pressione mediatica e le aspettative del pubblico possono ulteriormente aggravare questi sentimenti.
L’assenza di Berrettini all’Us Open priva il pubblico italiano di un tennista di grande talento e carisma, e rappresenta una sfida per il movimento tennistico nazionale.
La sua ripresa è un percorso complesso e delicato, che richiede tempo, pazienza e un approccio olistico che tenga conto non solo degli aspetti fisici, ma anche di quelli mentali ed emotivi.
Il futuro di Berrettini, e il suo ritorno al vertice del tennis mondiale, dipenderanno dalla capacità di affrontare queste sfide con determinazione e resilienza.