La recente ondata di voci infondate che ha investito il panorama calcistico internazionale, alimentata dall’iperattività dei social media e da una rete globale di comunicazione, mi costringe a una necessaria e pubblica chiarificazione.
In quanto neo designato Commissario Tecnico della nazionale uzbeka, ho seguito con rammarico la rapida diffusione di una notizia – definirla “notizia” è, a mio avviso, un’eufemismo – che mi vedrebbe al timone della selezione uzbeka a partire dal Mondiale del 2026, con un compenso annuale di 4 milioni di euro netti, cifra che mi proietterebbe nell’elite ristretta dei dieci allenatori più remunerati al mondo.
Questa narrazione, fabbricata e propagata in maniera virale, non corrisponde alla verità.
Pur comprendendo la legittima eccitazione che accompagna l’inizio di un nuovo capitolo per il calcio uzbeko – un paese pronto a vivere un’esperienza storica e inedita ai Mondiali – è imperativo contrastare la disinformazione e garantire trasparenza.
La mia accettazione di questo incarico è animata da un profondo rispetto per la Federazione calcistica dell’Uzbekistan, per i suoi giocatori e per i suoi tifosi, persone appassionate e meritevoli di essere rappresentate con onestà e professionalità.
L’opportunità di contribuire alla crescita del calcio in un paese con un potenziale inespresso è un privilegio che accolgo con entusiasmo e dedizione, valori che difficilmente si conciliano con la spettacolarizzazione eccessiva e le cifre gonfiate che caratterizzano la presunta “notizia”.
È innegabile l’importanza dei media nel veicolare informazioni e nel creare entusiasmo attorno agli eventi sportivi, ma la loro responsabilità deve andare di pari passo con un rigoroso controllo delle fonti e un impegno alla correttezza.
La velocità con cui le informazioni viaggiano oggi richiede una maggiore consapevolezza da parte di tutti, media, giocatori, dirigenti e, soprattutto, tifosi.
La mia prima sfida, oggi, non sarà solo quella di preparare la nazionale uzbeka in vista dell’amichevole con il Kuwait – un test importante per valutare lo stato di forma e le dinamiche di squadra – ma anche quella di ristabilire un clima di fiducia e trasparenza, contrastando attivamente la diffusione di notizie false che rischiano di offuscare il vero spirito del calcio: passione, impegno e rispetto.
Nonostante la discrepanza con le affermazioni apparse online, confido nella comprensione e nel supporto di tutti coloro che amano il calcio e che desiderano vedere crescere il calcio uzbeko in un contesto di serietà e professionalità.