La recente debacle di Oslo ha scatenato un acceso dibattito attorno alla guida tecnica della Nazionale italiana, ma l’ex difensore Milan, Andrea Costacurta, si erge a voce dissonante, smentendo qualsiasi ipotesi di dimissioni per Roberto Spalletti. Piuttosto che individuare un colpevole, Costacurta invita a una riflessione più ampia sulle dinamiche che affliggono la squadra azzurra, un’analisi che va ben oltre la semplice colpa individuale.La sconfitta, pur dolorosa, è sintomatica di una difficoltà cronica: l’incapacità di esprimere al meglio il proprio potenziale nei momenti cruciali, quando la pressione e l’importanza del risultato richiedono una lucidità e una precisione perfette. Non si tratta di una questione di talento, che Costacurta ritiene ancora presente, ma di una carenza di coesione, di una difficoltà a interpretare al meglio le situazioni di gioco che si presentano. L’argomentazione di Costacurta si distingue per una valutazione pragmatica: la Federazione, a suo avviso, ha fornito le risorse e le opportunità necessarie per la crescita della squadra, operando in maniera impeccabile. Pretendere da essa un’ulteriore sforzo sarebbe ingiusto e improduttivo. La performance della Nazionale, come quella di ogni collettivo sportivo, è il risultato di un intricato sistema di fattori, tra cui la chimica di gruppo, la gestione della pressione, la capacità di adattamento e, non ultimo, la fortuna. Attribuire la responsabilità esclusiva alla figura del CT sarebbe un’eccessiva semplificazione, un errore di prospettiva che impedirebbe di affrontare le vere cause del problema.Inoltre, Costacurta sottolinea implicitamente che anche le migliori squadre al mondo affrontano periodi di crisi e performance al di sotto delle aspettative. La grandezza non risiede nell’assenza di sconfitte, ma nella capacità di reagire, di imparare dagli errori e di tornare più forti. Il compito di Spalletti, e di tutto lo staff tecnico, è proprio questo: trasformare la frustrazione della sconfitta in stimolo per una crescita collettiva, riscoprendo quei valori di tenacia, spirito di sacrificio e abilità che hanno sempre contraddistinto la Nazionale italiana. La sfida è ardua, ma la possibilità di riscattarsi rimane aperta, a patto di evitare facili recriminazioni e di concentrarsi sul lavoro di squadra.