Un’emozione palpabile ha gremito l’Olimpico in un pomeriggio intriso di ricordi e riconoscimenti.
Ciro Immobile, icona indiscussa della Lazio per otto stagioni, è tornato a varcare il campo che lo ha visto protagonista, accolto da un’ovazione che ha riempito le gradinate.
La Curva Nord, cuore pulsante della tifoseria biancoceleste, ha voluto celebrare il bomber con un gesto sentito: cori appassionati, un tripudio di bandiere e una sciarpa tricolore, simbolo di un legame profondo e duraturo.
Immobile, visibilmente commosso, ha espresso la sua gratitudine, incarnando il significato di un rapporto che va ben oltre i numeri e i trofei.
Lo striscione eretto dalla Curva Nord, un messaggio di profonda umanità – “Nessuno può impedire ad un popolo di salutare la sua storia” – ha sancito un momento di comunione tra il club e la sua fede, testimoniando come il calcio sia spesso molto più di un semplice sport: un tessuto connettivo di storie, passioni e identità.
Il tributo ufficiale della società, affidato al capitano Mattia Zaccagni, ha avuto il sapore di un passaggio di testimone.
La maglia incorniciata, un oggetto prezioso destinato a rimanere un ricordo tangibile di un’era d’oro per la Lazio, ha simboleggiato il contributo inestimabile di Immobile al club.
Tra un applauso e l’altro, i due giocatori si sono inchinati verso il pubblico, condividendo un ultimo, intenso momento di connessione emotiva prima di rientrare negli spogliatoi.
Ma il pomeriggio non si è limitato alla celebrazione di un eroe contemporaneo.
Un altro nome, legato indissolubilmente alla storia della Lazio e del calcio italiano, è stato onorato con rispetto e affetto: Sinisa Mihajlovic.
A poco più di un anno dalla sua scomparsa, la famiglia dell’ex capitano biancoceleste e allenatore del Bologna ha reso omaggio alla sua figura con un toccante striscione esposto a bordo campo.
Un gesto che ha evocato la sua grinta, la sua umanità e il suo profondo legame con il calcio romano, ricordando a tutti come certe figure trascendano i confini di un singolo club per diventare patrimonio di un’intera comunità sportiva.
Il pomeriggio si è concluso con un’aria di malinconia e gratitudine, un misto di commozione per le partenze e celebrazione dei ricordi indelebili che hanno plasmato la storia della Lazio.





