venerdì 5 Settembre 2025
11.9 C
Rome

Italia-Israele: Tra sport, etica e qualificazioni mondiali

La questione che solleva la prossimità della partita Italia-Israele, valida per le qualificazioni ai Mondiali di calcio, si incrocia con un panorama sportivo internazionale complesso e in continua evoluzione, segnato da delicate questioni geopolitiche e dalla necessità di bilanciare principi etici con obblighi istituzionali.
L’affermazione del presidente del Coni, Luciano Buonfiglio, riflette una posizione pragmatica, radicata nel quadro normativo che disciplina la partecipazione dell’Italia nel mondo dello sport.

Il Coni, in quanto ente di diritto pubblico, opera nel contesto del Comitato Olimpico Internazionale (CIO), un’organizzazione che, in passato, ha dimostrato di saper prendere posizioni ferme in situazioni di crisi internazionali, come nel caso del conflitto russo-ucraino, introducendo misure disciplinari nei confronti delle federazioni sportive coinvolte.
Tuttavia, la decisione di non intervenire direttamente in questo specifico caso, così come l’assenza di pronte decisioni da parte di Uefa e FIFA, pone l’Italia di fronte a una scelta delicata.
L’eventuale decisione dell’Italia di non disputare la partita di qualificazioni comporterebbe, a detta di Buonfiglio, severe sanzioni da parte degli organismi internazionali.

Tali sanzioni potrebbero estendersi all’esclusione dalla partecipazione alle qualificazioni stesse, un’eventualità che avrebbe ripercussioni significative per il futuro del calcio italiano.

Il presidente del Coni sottolinea, con chiarezza, l’importanza di rispettare le decisioni emanate dagli organismi competenti.
Questa posizione, pur se pragmaticamente orientata, non esclude la possibilità di un acceso dibattito etico e morale.
La decisione di giocare o meno una partita contro una nazione coinvolta in un conflitto, o che sostiene una parte in conflitto, solleva interrogativi profondi sulla responsabilità sociale dello sport e sul ruolo degli atleti.
L’appello di Buonfiglio a evitare pressioni su allenatore e giocatori è volto a garantire loro la possibilità di concentrarsi unicamente sull’obiettivo sportivo: la vittoria.
Tuttavia, in un contesto simile, la “concentrazione” non può prescindere dalla consapevolezza delle implicazioni etiche e politiche della partita, né dalla sensibilità nei confronti delle popolazioni coinvolte nel conflitto.

La situazione evidenzia una profonda dicotomia: da un lato, l’imperativo di rispettare i regolamenti e le decisioni degli organismi internazionali per evitare sanzioni; dall’altro, la necessità di agire in linea con i valori di pace, solidarietà e rispetto dei diritti umani, che dovrebbero essere alla base di qualsiasi attività sportiva.

Il futuro della partecipazione dell’Italia ai mondiali di calcio dipenderà dalla capacità di bilanciare questi due elementi, in un momento storico particolarmente complesso.

- pubblicità -
- pubblicità -
- pubblicità -
- pubblicità -