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giovedì 6 Novembre 2025

Jabeur contro il calendario: Ho sofferto di depressione

La spirale di un calendario implacabile sta mettendo a dura prova la resilienza delle tenniste, un tema acceso che Ons Jabeur, ex numero 2 al mondo e oggi scivolata al 78° posto nel ranking WTA, ha portato con franchezza all’attenzione del pubblico.
La straordinaria carriera della tennista tunisina, costellata da tre finali Slam (Wimbledon 2022 e 2023, US Open 2022), rivela un lato oscuro, quello di una professione che, nella sua incessante ricerca di spettacolo e risultati, rischia di sacrificare il benessere delle atlete.
In un’intervista a Sky Sports, Jabeur non si è limitata a lamentare una mera affaticamento fisica, ma ha svelato una profonda crisi interiore, una sorta di silenziosa battaglia contro l’esaurimento emotivo.

La sua testimonianza è particolarmente significativa perché proviene da una sportiva di altissimo livello, abituata a gestire pressioni e ritmi intensi.

La sua esperienza solleva interrogativi cruciali sulla sostenibilità del modello attuale del tennis femminile.
Jabeur ha evidenziato come la consecutio di eventi di alto profilo, come i WTA 1000 di Doha e Dubai, apposti uno di seguito all’altro, rappresenti un carico insostenibile.

“Avrei voluto partecipare a entrambi,” confessa, “ma un calendario che impone due tornei di tale levatura consecutivi è eccessivo, e le intenzioni di ampliarlo ulteriormente non incontrano l’approvazione di nessuna giocatrice.
” Questa osservazione non è un caso isolato; è il riflesso di una sensazione diffusa tra le professioniste.
La confessione più toccante è stata quella di aver sofferto di depressione, ignorando i segnali di pericolo provenienti dal proprio corpo.

“Il mio corpo gridava aiuto da tempo,” ha ammesso, “ma non l’ho ascoltato.
Ho avuto una depressione senza rendermene conto.
Sono stata triste per molto tempo.

” Questa presa di coscienza ha innescato un profondo cambiamento di rotta: una decisione di riappropriarsi del controllo sulla propria esistenza, ponendo la propria salute e il proprio benessere al centro delle priorità.
“Ho detto basta al calendario che detta cosa devo fare o non fare.
Ora mi metto come priorità.
È un grande passo.
“La scelta di Jabeur non è un’anomalia, ma si inserisce in un trend crescente all’interno del circuito WTA.

Altre giocatrici di spicco, come Naomi Osaka, Emma Raducanu e Paula Badosa, hanno già intrapreso percorsi simili, motivati da ragioni fisiche e psicologiche.

Queste scelte, pur se individuali, convergono verso una richiesta comune: una revisione radicale del calendario tennistico.

Un calendario che, al di là della logica economica e degli interessi televisivi, deve tenere conto della fragilità umana e della necessità di preservare la salute e la passione delle atlete.

La sostenibilità di una carriera nel tennis femminile non può più essere sacrificata sull’altare di un calendario ipertrofico e insostenibile.
Il futuro del tennis, per essere tale, passa anche dalla capacità di ascoltare e rispondere alle voci che si levano dal campo, voci che implorano un cambiamento.

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