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Kelly Doualla ai Mondiali: rinuncia per tutelare il talento.

Kelly Doualla, promessa fulgida dell’atletica italiana, non farà parte della spedizione azzurra ai Campionati Mondiali di Tokyo.

La giovane velocista, classe 2006 e già protagonista di trionfi ai Campionati Europei Under 20 con due medaglie d’oro, ha dovuto rinunciare a un’eventuale convocazione nella staffetta 4×100 femminile, come comunicato dalla Federazione Italiana di Atletica Leggera (Fidal).

La decisione, presa in accordo con il tecnico Walter Monti, rappresenta una scelta ponderata volta a preservare il percorso di crescita dell’atleta e a evitare pressioni eccessive in un momento cruciale della sua formazione.
La partecipazione a un evento di tale portata, come i Mondiali, richiederebbe un livello di preparazione fisica e mentale estremamente elevato, potenzialmente incompatibile con i ritmi e le esigenze specifiche di una quindicenne.

Questa rinuncia solleva una riflessione più ampia sul delicato equilibrio tra talento precoce e sviluppo armonico nello sport.
L’enfasi sempre maggiore sui risultati a livello giovanile, spesso spinta da una ricerca spasmodica di successi a breve termine, rischia di compromettere il benessere e la longevità della carriera atletica.
Kelly Doualla incarna l’esempio di un talento che, pur brillando con una luce intensa, necessita di essere coltivato con cura e attenzione, privilegiando la crescita sostenibile rispetto all’immediata gratificazione.

Il ruolo del tecnico, Walter Monti, in questa decisione è fondamentale.

Monti, figura esperta e attenta al benessere dei suoi atleti, ha saputo comprendere che la fretta di inserire Doualla in un contesto competitivo di altissimo livello potrebbe essere controproducente.

La sua scelta evidenzia la necessità di un approccio più umano e personalizzato nell’affiancare i giovani talenti, promuovendo un’etica sportiva basata sulla responsabilità e sulla tutela della salute.

La rinuncia di Kelly Doualla non è un segnale di debolezza, ma piuttosto un atto di saggezza.
Dimostra la capacità di una federazione e di un tecnico di mettere al primo posto il bene dell’atleta, riconoscendo che il vero successo sportivo si misura non solo con medaglie e record, ma anche con la crescita personale e la realizzazione del potenziale di ogni singolo individuo.
In un’epoca in cui l’atletica è spesso dominata da logiche di mercato e di performance, questa decisione rappresenta un esempio di come si possa ancora coniugare talento, etica e rispetto per l’atleta.
Il futuro di Kelly Doualla è luminoso e la sua carriera, gestita con cura e consapevolezza, potrà riservare ancora molte sorprese e soddisfazioni, sia per lei che per l’atletica italiana.

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