L’attesa per il rientro di Sead Kolasinac, pedina strategica nel disegno tattico dell’Atalanta, dovrà protrarsi.
Non figurrà nell’elenco dei convocati per la trasferta contro la Cremonese, un assenza che evidenzia la cautela con cui il club bergamasco sta gestendo la sua riabilitazione post-infortunio.
Il ritorno di Kolasinac, unificato al gruppo nerazzurro in vista dell’impegno cruciale di Champions League contro lo Slavia Praga, aveva suscitato grande ottimismo tra i tifosi.
La sua presenza, seppur parziale, durante l’allenamento di giovedì a Zingonia, aveva alimentato la speranza di un recupero più rapido.
Tuttavia, la complessità della lesione del legamento crociato anteriore sinistro, incorsa il 13 aprile contro il Bologna, impone una gestione metodica e attenta.
La ricostruzione del legamento crociato è un processo fisiologico che richiede tempo e pazienza, non solo per la rigenerazione dei tessuti, ma anche per il ripristino completo della forza e della stabilità dell’articolazione.
La fretta, in questi casi, potrebbe comportare il rischio di recidive o di complicazioni che negherebbero al giocatore la possibilità di tornare al top della forma.
L’assenza di Kolasinac rappresenta una sfida per mister Gasperini, che dovrà trovare soluzioni alternative per garantire solidità e equilibrio alla fase difensiva.
La sua versatilità, in grado di ricoprire il ruolo di terzino sinistro e di difensore centrale, era un elemento di grande valore per l’allenatore, che ora dovrà fare affidamento su altri giocatori per compensare questa perdita.
L’infortunio di Kolasinac sottolinea, inoltre, la fragilità che ogni atleta affronta nel percorso agonistico, un monito a non dare mai per scontato il contributo individuale e a valorizzare la profondità della rosa.
La sua riabilitazione sarà monitorata costantemente dallo staff medico, che seguirà un programma personalizzato per favorire un ritorno in campo sicuro e duraturo, senza compromettere la sua carriera.
Il ritorno a disposizione sarà un traguardo da festeggiare con la consapevolezza del lungo cammino percorso e con la gratitudine per il supporto ricevuto.





