L’attesa è palpabile: a marzo, una delle quattro contendenti – Svezia, Romania, Irlanda del Nord, o una tra Galles e Macedonia del Nord – si presenterà come ostacolo da superare per l’Italia nel playoff decisivo per l’accesso ai Mondiali del 2026.
Il sorteggio, in programma il 20 novembre a Zurigo, svelerà il nome della rivale, ma il percorso verso la qualificazione è già costellato di incertezze, acuite dalla recente e inattesa sconfitta contro la Norvegia.
La debacle, consumatasi sotto le luci di San Siro, ha sollevato interrogativi profondi, alimentando un clima di preoccupazione che va oltre l’immediato risultato.
La reazione della squadra, la difficoltà nel reagire a un avversario apparentemente inferiore, suggeriscono un problema più radicato e sottile, che trascende le questioni puramente tecniche o tattiche.
Non si tratta di un difetto nel sistema di gioco, o di una mancanza di qualità individuale, ma di una fragilità psicologica che rischia di compromettere l’intero progetto.
Gennaro Gattuso, nel suo commento post-partita, ha espresso chiaramente la sua preoccupazione, auspicando una maggiore resilienza e spirito combattivo da parte dei suoi giocatori.
“Voglio vedere i giocatori non demordere di fronte alla prima difficoltà,” ha affermato, sottolineando l’importanza di una mentalità vincente e la capacità di reagire positivamente anche nei momenti di pressione.
La partita persa con la Norvegia non è solo una sconfitta, ma un campanello d’allarme che richiede un’analisi approfondita e interventi mirati.
È necessario lavorare sulla resilienza mentale, sulla gestione della pressione e sulla capacità di mantenere la lucidità anche quando le cose si fanno difficili.
Il percorso verso i Mondiali è costellato di sfide, e la forza di una squadra non si misura solo con la qualità dei suoi giocatori, ma anche con la sua capacità di superare gli ostacoli e di reagire alle avversità.
L’Italia deve riscoprire il suo carattere, la sua grinta, e la sua incrollabile fiducia nelle proprie capacità, per affrontare con successo le prossime battaglie.
Il sorteggio è solo un atto formale: la vera partita si gioca nella testa.








