Lando Norris ha strappato una pole position inaspettata e vibrante al Gran Premio del Messico, un risultato che segna un capitolo significativo nella stagione di Formula 1.
La vettura McLaren, spesso in ombra nelle ultime gare, ha dimostrato un potenziale inespresso, con Norris che ha dominato le qualifiche con una performance impeccabile e precisa.
L’altimetria particolare dell’Autódromo Hermanos Rodríguez, caratterizzata da un’alta quota che influisce significativamente sulle prestazioni dei motori e sull’aerodinamica, ha aggiunto un ulteriore livello di complessità alla sfida.
L’aria rarefatta, meno densa, riduce la resistenza aerodinamica, favorendo i motori più potenti, ma allo stesso tempo, diminuisce la quantità di ossigeno disponibile, rendendo cruciale una gestione precisa della mappa motore.
La prima fila è stata conquistata da Norris, seguito da Charles Leclerc a bordo della Ferrari, che ha dato prova di un ottimo feeling con la sua monoposto.
La rossa, pur con le sue note debolezze, ha dimostrato di saper sfruttare al meglio le peculiarità del tracciato messicano.
Dietro di loro, Lewis Hamilton, con la Mercedes, ha completato una prima fila particolarmente combattuta, un risultato che testimonia la resilienza della squadra tedesca nonostante le sfide tecniche affrontate durante la stagione.
George Russell, compagno di squadra di Hamilton, si è piazzato in quarta posizione con la sua Mercedes.
Il britannico, spesso penalizzato da una vettura che non esprime pienamente il suo potenziale, ha tirato fuori il massimo, confermando la sua crescita come pilota.
Max Verstappen, campione del mondo in carica e pilota Red Bull, si è dovuto accontentare del quinto posto, un risultato che solleva interrogativi sulla competitività della sua squadra rispetto alla McLaren. La Red Bull, tradizionalmente dominante, ha faticato a trovare il giusto feeling con il tracciato, evidenziando una complessità che va al di là della semplice messa a punto aerodinamica.
L’ottavo posto di Oscar Piastri, leader del mondiale, rappresenta una seria battuta d’arresto per le sue ambizioni di titolo.
La difficoltà incontrata dal pilota australiano nel trovare il ritmo ottimale solleva interrogativi sulla sua preparazione specifica per questa pista, così come sulla capacità della sua squadra nel fornire un supporto adeguato in termini di dati telemetrici e indicazioni di guida.
La pole position di Norris non è solo un trionfo personale, ma potrebbe anche segnare un punto di svolta per la McLaren, confermando un miglioramento strutturale e una ritrovata fiducia nelle proprie capacità ingegneristiche.
La gara si preannuncia estremamente incerta, con diverse strategie possibili e una competizione accesa tra i primi dieci classificati, dove l’abilità di gestire il degrado degli pneumatici e la prontezza nelle decisioni strategiche saranno fattori determinanti per l’esito finale.





