Negli ultimi tempi, la mia priorità non è stata la ricerca ossessiva della performance atletica, bensì un percorso di recupero e riequilibrio fisico. Questa scelta, apparentemente a scapito della preparazione agonistica, si è rivelata cruciale per la mia ambizione più profonda: la partecipazione alle Olimpiadi di Los Angeles.L’importanza di affrontare le fragilità fisiche non può essere sottovalutata. Concentrarsi unicamente sul potenziamento, ignorando o mascherando disfunzioni latenti, rischia di costruire una struttura precaria, destinata a crollare sotto la pressione delle competizioni di alto livello. Ho compreso che la vera forza non risiede nella mera capacità di sollevare pesi o correre più velocemente, ma nella resilienza del corpo e nella sua capacità di sopportare lo stress ripetuto e intensivo richiesto dall’agonismo olimpico.Questo approccio non è un arretramento, ma una riprogettazione strategica. Richiede una profonda introspezione, un ascolto attento del proprio corpo e una collaborazione interdisciplinare con fisioterapisti, medici dello sport e nutrizionisti. Si tratta di identificare le cause alla radice dei problemi, che spesso si celano dietro sintomi apparentemente isolati. Potrebbe essere una disfunzione muscolare specifica, una carenza nutrizionale, o un’alterazione nella biomeccanica del movimento.Il recupero non è solo assenza di dolore. È un processo attivo che mira a ripristinare l’equilibrio neuromuscolare, migliorare la circolazione, rafforzare i tessuti connettivi e ottimizzare la funzione degli organi interni. Significa adottare un approccio olistico che consideri l’atleta nella sua interezza, non solo come una macchina performante, ma come un essere umano complesso e vulnerabile.La prospettiva di Los Angeles è il faro che guida questo percorso. Non è un obiettivo da perseguire a qualsiasi costo, ma un traguardo che si raggiunge solo attraverso una preparazione solida e duratura, basata non solo sull’allenamento fisico, ma anche sulla cura e la prevenzione. Un corpo integro è la base imprescindibile per esprimere il proprio potenziale e realizzare il sogno olimpico. Si tratta di un investimento nel futuro, un atto di responsabilità verso se stessi e verso la propria carriera sportiva. La performance, la vera performance, emerge da questa solida base di benessere fisico e mentale.